Svolta nell’inchiesta sul caso della gru crollata che lo scorso dicembre tanta paura ha creato a Torino. La soluzione partirebbe d un problema di inefficienza evidenziata in un foglio
Sembra esserci una soluzione definitiva sul caso della gru crollata a Torino risalente al 19 dicembre. Come appariva chiaro sin dall’inizio anche a un non tecnico, lo sguardo degli inquirenti sta puntando totalmente sulla pressione dell’olio idraulico e sull’efficienza del braccio telescopico dell’autogru.
È accaduto infatti che 48 ore prima del fattaccio il tecnico delle manutenzioni abbia evidenziato e denunciato un’anomalia nell’impianto che permette al braccio di allungarsi e mantenere i carichi. E aveva lasciato un appunto nella cabina di manovra. Il foglio con la prova fumante è stato ritrovato dagli investigatori.
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Al momento non ci sono indagati per la strage
L’inchiesta, al momento ancora senza un indagato ufficiale vuole che l’autogru stava sollevando a 40 metri d’altezza il braccio di lavoro della gru edile, lungo cinquanta metri. I tre montatori – Filippo Falotico, 20 anni di Torino, e i colleghi lombardi Roberto Peretto, di 52 anni, Marco Pozzetti di 54 – stavano ultimando l’aggancio quando la struttura è collassata.Quel foglio ritrovato appare ora oggetto preziosissimo per capire le motivazioni di una tragedia che poco prima di Natale si poteva evitare e che ha visto dei lutti.
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Continuano intanto le indagini intorno ai rottami e al data legger – in pratica la scatola nera – dell’autogru. Nei prossimi giorni, anche con l’aiuto delle telecamere della zona si dovrebbero risolvere tutti i dubbi inerenti al caso e dovrebbero partire anche i primi avvisi di garanzia.