David Sassoli, morto lo scorso 11 gennaio dopo una lunga malattia, era ricoverato al reparto di Oncoematologia dell’Istituto Tumori Friulano. Da tempo, però, “si erano diffuse in rete deliranti malevolenze su Covid e affini” inventate dai no vax.
Alla fine non ce l’ha fatta David Sassoli, presidente italiano del parlamento dell’UE. Era ricoverato dal giorno di Santo Stefano per una disfunzione del sistema immunitario nel centro oncologico di Aviano, in provincia di Pordenone. Se n’è andato, a soli 65 anni, l’11 gennaio scorso. La notizia del suo decesso è stata comunicata nella notte il suo storico portavoce, Roberto Cuillo. Aperta oggi la camera ardente in Campidoglio, nella sala della Protomoteca. Ad accogliere la salma di Sassoli, oltre ai suoi familiari, la moglie Alessandra Vittorini e i figli Livia e Giulio, si sono presentati anche stato il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri e decine di giornalisti e operatori. La camera ardente è infatti rimasta chiusa al pubblico fino alle 10.30, così da consentire la visita delle più alte cariche dello Stato.
Tra queste, oltre a Sergio Mattarella e Mario Draghi, hanno reso omaggio al feretro i presidenti della Camera e del Senato Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati. Presenti anche il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il sindaco di Fiumicino Esterino Montino, la deputata Monica Cirinnà, il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani, con i capigruppo Annamaria Bernini e Paolo Barelli, Massimo D’Alema, l’ex premier e leader del M5S Giuseppe Conte, Goffredo Bettini, Gianni Letta, Walter Veltroni, Stefano Fassina, Dario Nardella, Lorenzo Cesa, Mario Monti, il senatore Antonio De Poli, Vannino Chiti, Sergio Cofferati. Presente anche una delegazione di senatori del Pd, guidata da Enrico Letta, e quella di Italia Viva, guidata da Matteo Renzi.
Dal mieloma alla polmonite: la lunga malattia di David Sassoli
David Sassoli era stato ricoverato il 26 dicembre scorso nel reparto di Oncoematologia dell’Istituto Tumori Friulano, ad Aviano, ma veniva seguito dallo staff medico del Centro di riferimento oncologico ormai da diverso tempo. Anni fa, infatti, l’ex presidente del parlamento UE era stato colpito da un mieloma, un tumore del sangue, che lo aveva costretto a un trapianto di midollo. Negli ultimi giorni di dicembre purtroppo, le sue condizioni si erano pericolosamente aggravate, a seguito di una ricaduta provocata da una polmonite da legionella – fatto, questo, che gli era costato un urgente ricovero già a Bruxelles.
Il suo quadro clinico, delicato e complesso, era stato tuttavia mantenuto sotto controllo fino a quel momento. Come spiegato dall’istituto di Aviano, David Sassoli è morto a causa di una “grave complicanza dovuta a una disfunzione del sistema immunitario”, messo in ginocchio proprio dall’ultimo caso di polmonite. “Sono stato colpito in modo grave da una brutta polmonite da legionella: ho avuto febbre altissima, sono stato ricoverato all’ospedale di Strasburgo, poi sono rientrato in Italia per la convalescenza. Ma purtroppo ho subito una ricaduta e questo episodio ha spinto i medici a consigliarmi una serie di analisi e di accertamenti”, aveva lui stesso raccontato alla stampa il 9 novembre scorso.
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Nonostante tutto, però, sono state tante, troppe, le speculazioni sulla sua morte e sulla sua malattia. Speculazioni insensate e irrispettose, queste, provenienti principalmente dall’ala dei no vax e spesso tramutatisi in vere e proprie fake news – tuttora al vaglio della Polizia Postale. Emblematica, in questo senso, la frecciata scoccata dal filosofo Paolo Becchi, all’apprensione della morte di Sassoli: “Ma è morto in seguito alla terza dose? Non c’è nessuna correlazione? Non rendete pubblica neppure l’autopsia? O non la fate neppure? Costringete la gente a vaccinarsi e a morire. State costruendo una tirannia sanitaria mai esistita prima”.
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Diverse, poi, le altre gravose insinuazioni partite a seguito del commento di Becchi. In un clima del genere, anche lo staff dell’ex presidente del parlamento UE ha confermato come, già durante la sua malattia, “si erano diffuse in rete deliranti malevolenze su Covid e affini“. Eppure, David Sassoli aveva espressamente chiesto al suo team di “non replicare, di non inasprire i toni“.