Il fratello della defunta Alessia Augello condanna il gesto: fu iniziativa di persone estranee alla famiglia che non fu avvisata
Ha destato una enorme polemica la vicenda accaduta durante il funerale di Alessia Augello, militante di Forza Nuova deceduta a 44 anni a causa delle complicazioni dopo un intervento chirurgico. Alla fine della funzione, infatti, una volta trasportato il feretro fuori dalla chiesa di Santa Lucia in Roma, la bara è stata avvolta in una bandiera nazista e salutata dai partecipanti con il braccio teso, chiaramente un saluto fascista.
Il fatto è stato condannato dal Vicariato di Roma che ritiene il parroco che ha celebrato la funzione all’oscuro di quanto stava per accadere, ma che ha anche attirato le attenzioni della Digos la quale ha segnalato la presenza dei partecipanti, indicati come estremisti di destra. A distanza di due giorni dal funerale, si fa sentire il fratello di Alessia Augello, Alberto, che in un lungo post su Facebook rompe il silenzio dovuto al lutto e fa chiarezza su quanto avvenuto al termine della funzione per la sorella.
“Io ho sempre percepito una profonda e esclusiva relazione con mia sorella che mi ha sempre fatto dubitare di molte persone a cui invece lei ha mostrato disponibilità – scrive Alberto Augello sul suo profilo – . Lei mi ha sempre tenuto al primo posto comunque. Anche in questi ultimi giorni per me è stato un vero dolore mostrarla ad altre persone anche sapendo che era un gesto umano e di necessario altruismo. Ma quel fastidioso senso di privazione, di gelosia fraterna, quel dolore per saperla così inerme è irrilevante, poiché è chiaro che l’unica vittima è lei. Quindi tutto quel dolore che provavo e che provo ha un senso di inutilità che mi proietta da un’altra parte”.
“Nello stato di estrema fragilità in cui ci siamo trovati in quei giorni chiunque avrebbe potuto approfittarsi della nostra fragilissima lucidità, e alla fine qualcuno lo ha fatto” afferma. “Questo è inappelabile. Questo è indiscutibile e per me definitivamente imperdonabile. Senza alcuna richiesta e senza alcun tipo di autorizzazione da parte nostra siamo stati sostanzialmente estromessi dalla parte finale della cerimonia funebre. Resi spettatori insignificanti. Proiettati così nell’incubo dell’incubo. Si sono fatti famiglia al posto nostro. Hanno usato mia sorella come pupazzo per autocelebrarsi” scrive Augello prendendo le distanze su quanto accaduto.
“Mia sorella era una persona enormemente molto più completa di quanto potrebbe essere definito da un simbolo o da una frase e una persona piena di coloratissime sfumature che dovevano rimanere presenti a tutti coloro le si sono posti davanti sia da viva che dopo. Invece nella loro invadenza hanno infangato e ridotto tutto quello che è stata la vita di mia sorella. Hanno oltraggiato quel momento così delicato e sacro aggredendolo senza chiedere. Ripeto che né io né i miei genitori siamo mai stati informanti delle loro intenzioni. Non avremmo mai e ripeto mai concesso tale rappresentazione della sua immagine” continua Augello.
Per Augello dunque la scelta di avvolgere la bara in una bandiera nazista fu una iniziativa di alcune persone estranee alla famiglia ma non solo: sia lui che i familiari si discostano da quella azione e accusano gli autori del gesto di avere operato senza discuterne con loro, sostenendo che quelle persone “si sono appropriate del nostro lutto imponendo di fatto tutta quella violenza. Sostituendosi ad una vera famiglia in un momento così drammaticamente importante si scardina completamente qualunque struttura sociale che dalla notte dei tempi ha dato i natali anche ai loro avi. C’è stata un’azione evidentemente programmata con tempi, modi e coordinamento per noi totalmente inaspettata“.
“Mentre eravamo ancora tra le braccia dei nostri veri cari si attuava il piano, come se la mia famiglia, e tutte le altre persone in cordoglio fossimo soggetti secondari. Hanno preso il feretro e lo hanno trattato come cosa loro – continua Alberto Augello -. Per quanto possa essere incomprensibile io lo devo provare a spiegare: lo stato di coscienza in cui eravamo ci ha resi completamente incapaci di reagire a tale premeditata azione. Questo senso di totale esclusione e di rottura di qualunque schema di comportamento Umano ha reso inermi tutti, anche nostri cari che hanno aperture politiche definibili di destra. Ci siamo tutti scoperti osservatori di un rituale mai accordato, mai ipotizzato e mai accettato”.
“Dico questo perché sia chiaro che una tale azione così aggressiva e violenta avviene al di fuori della vera cerchia familiare, con una lucidità che non ha nulla a che fare con il sentimento di sofferenza e di resa di fronte alla morte che ha coinvolto i veri partecipanti al funerale. Io sono convinto che anche se infangati tutti noi rimaniamo spiritualmente integri. Prima tra tutti mia sorella. Avevo ragione a volerla solo per noi perché i demoni sono sempre pronti ad aggredire. Ci tengo anche a dire che sono in totale accordo con il sentimento di sdegno che si è sollevato, perché quello che è successo non può essere considerato in nessun modo accettabile. Per me è importante mantenere anni luce separati la perdita di mia sorella da tutto questo schifo che ha iniziato a viaggiare in parallelo. Per tale ragione mi sono isolato in una specie di coma mediatico autoindotto che ho interrotto per scrivere queste precisazioni e dove voglio tornare per tutto il tempo di cui avrò bisogno“. Il post si conclude con la sua firma: Aberto Augello.