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Mentre Israele autorizza la somministrazione della quarta dose, in Turchia è stata annunciata la quinta

Il Ministero della Salute in Turchia ha approvato una quinta dose di richiamo per le categorie più fragili. In contemporanea in questi giorni, dopo i dubbi espressi dalla comunità scientifica a dicembre che ne avevano rallentato l’iter, Israele autorizza ufficialmente la somministrazione della quarta dose. 

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Quante dosi di vaccino serviranno per proteggerci da questa pandemia? 

Non ci è dato saperlo considerato che parliamo di una soluzione sperimentale arrivata all’interno di una delle più grandi emergenze sanitarie della storia occidentale. La stessa autorizzazione condizionata con cui si è deciso di approvare questi vaccini, lasciava già supporre a suo tempo, come l’efficacia di questi sieri dovesse necessariamente essere testata sul campo, visto il numero ridotto dei partecipanti ai trial clinici che ne hanno permesso l’approvazione.

In Turchia la scorsa settimana, il Ministero della Salute ha annunciato una quinta dose di richiamo per alcune categorie di persone. Per il governo questa diventa l’occasione perfetta per sponsorizzare tra la popolazione Turkovac, il nuovo vaccino di stato che secondo Erdogan, servirà anche a convincere quella parte della popolazione che fino ad adesso si è dimostrata riluttante a sottoporsi alla vaccinazione contro il Covid. Una notizia che oltretutto arriva quasi in contemporanea all’annuncio dell’autorizzazione della quarta dose in Israele. Dopo alcune esitazioni, alla fine il primo ministro Naftali Bennett ha annunciato che sarà resa disponibile per tutte le persone che hanno più di 60 anni, a quattro mesi di distanza dal booster.

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Bennett ha spiegato che questa soluzione si è resa necessaria per evitare che l’esplosione di Omicron colpisca le persone più anziane e dunque più esposte al virus. Il governo israeliano si accinge inoltre a cambiare totalmente le regole riguardo i tamponi, dopo che l’utilizzo spropositato da parte della popolazione ha portato come diretta conseguenza, un congestionamento anomalo delle città, con file che possono durare per ore fuori dalle farmacie. Una scena che in fondo abbiamo visto accadere anche qui in Italia nelle scorse settimane. Sempre lo stesso Bennett, nella conferenza stampa in cui ha ufficializzato la quarta dose di richiamo contro il covid, ha anche spiegato che il governo stima che entro poco tempo si possa raggiungere nella nazione la cifra record di cinquantamila contagi al giorno. Una situazione che sta convincendo l’esecutivo della necessità di potenziare le strutture sanitarie e aumentare i posti letto nelle terapie intensive. 

Esistono però alcune incongruenze nella narrazione governativa. Ad esempio di recente il Ministro della Salute Israeliano Nachman Ash aveva spiegato come si stesse ancora inseguendo apertamente l’obiettivo di ottenere l’immunità di gregge tramite la vaccinazione. Dichiarazioni che però stridono con quelle che aveva rilasciato alcuni giorni prima Salma Zarka, a capo della task force governativa contro il Covid. L’uomo aveva infatti affermato che al momento, quello che si prefigge il governo, è un obiettivo impossibile da realizzare sulla base dei dati attuali: “L’immunità di gregge è lungi dall’essere garantita perché l’esperienza degli ultimi due anni ha mostrato che alcuni pazienti che hanno recuperato sono stati poi reinfettati”. 

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L’approvazione della quarta dose da parte di Israele arriva alla fine di settimane di scontro tra il governo e la comunità medica. Il 21 Dicembre 2021 ad esempio, il Mte, Management Team of Epidemics, si era dichiarato contrario a un’ulteriore richiamo. Ma lo stesso Bennett esprimeva dei dubbi in merito. “Alla luce” spiegava ai giornalisti alcune settimane fadelle lacune di conoscenza esistenti nel mondo sull’efficacia di una quarta dose, nella situazione attuale, stiamo agendo con cautela e responsabilità”. L’alta contagiosità di Omicron ha finito però con il fare cambiare idea al Ministro.

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