“Ennesima ondata avrà effetti negativi sui pazienti oncologici”: la lettera aperta del Cipomo. Gli oncologi ospedalieri chiedono interventi immediati, altrimenti “si rischia di allontanare la possibilità di guarigione per i malati”.
Si è espresso in una lettera aperta il Cipomo, il Collegio italiano primari oncologi medici ospedalieri. Firmata dal presidente Luigi Cavanna, la lettera affronta i gravi effetti che la pandemia da coronavirus ha irrimediabilmente riversato sui pazienti oncologici, costretti ad essere messi da parte e a subire ritardi sia negli interventi di diagnostica e che chirurgici – in un periodo che vede i medici impegnati in prima linea per fronteggiare i casi più gravi della malattia da Covid-19.
“Dopo quasi due anni di pandemia si assiste nuovamente ad una fortissima riduzione di attività diagnostiche e interventi chirurgici per molti pazienti e anche per i malati oncologici. Sicuramente qualcosa non ha funzionato e sarebbe corretto ammetterlo. Anche perché le soluzioni per evitare ulteriori ritardi e che i progressi raggiunti in termini di guarigione e di sopravvivenza per i malati oncologici vengano vanificati dalla pandemia“, viene infatti evidenziato nella lettera.
“Lasciare liberi gli ospedali per pazienti non Covid”
Alla luce di quanto sta accadendo quindi negli ospedali, il Cipomo chiede “che venga finalmente potenziata la medicina territoriale (molto declamata negli ultimi mesi), che si sviluppino una volta per tutte le cure precoci domiciliari, in modo da lasciare liberi gli ospedali“. Questo poiché “in due anni di pandemia troppa poca ricerca è stata finalizzata alle cure precoci ed i drammatici risultati si stanno vedendo. Chi oggi, a gennaio 2022, ha bisogno dell’ospedale per patologie non Covid-19 rischia di non ricevere una cura adeguata, o comunque di gran lunga inferiore al gennaio 2020 (pre Covid)”, viene evidenziato nella lettera.
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Eppure, gli oncologi spiegano che “ora sono in commercio farmaci per bocca per le cure precoci a domicilio del Covid”: per questo dovrebbero essere sviluppati “protocolli diagnostico/terapeutici su base scientifica per le cure domiciliari”, se ne “raccolgano i dati e si faccia ricerca”. “L’obiettivo deve essere quello di ridurre i ricoveri e lasciare liberi gli ospedali per pazienti non Covid“, ribadisce il Cipomo, che “cercherà in ogni modo di tutelare i tanti cittadini che si ammalano di tumore (oltre mille ogni giorno), al fine di evitare che di fronte all’ennesima variante di Covid gli ospedali tornino in ginocchio, le diagnosi vengano ritardate e gli interventi chirurgici non eseguiti”.
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Per gli oncologi “le soluzioni ci sono e devono essere attuate. I mezzi di comunicazione provino a considerare che esistono purtroppo tante altre categorie di malati oltre ai pazienti Covid e molte malattie come il cancro sono tempo dipendenti”. Inoltre, viene concluso, “mentre un’alta percentuale di malati Covid può essere curata in sede extra ospedaliera, questo non è possibile per chi deve essere operato per un carcinoma del colon, dello stomaco, del polmone, della mammella o di altro tumore”.