Assalto a Capitol Hill, la commissione indaga per complotto criminale: alcuni messaggi incriminati confermerebbero che Trump ha ordito un piano per impedire il riconoscimento dell’elezione di Biden.
L’insurrezione del 6 gennaio 2021, quando i sostenitori dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump hanno preso d’assalto il Campidoglio, viene ora considerata come un momento seminale nella storia della democrazia statunitense. Del resto, la nazione moderna non aveva ancora mai assistito a un tentativo così organizzato e violento di rovesciare il governo. Ed è per questo, si apprende dal Guardian, che la commissione del Congresso, che attualmente indagando sul caso, starebbe valutando la possibilità di incriminare Donald Trump per cospirazione criminale.
Si è tenuto appena tre giorni fa, il primo anniversario dell’insurrezione di Capitol Hill. Un evento, questo, nel quale è stata raggiunta un’altra svolta significativa: con il suo discorso, il presidente Joe Biden ha abbandonato quello che alcuni definiscono il suo volto da “Mr Nice Guy” e, a guanti tolti, ha lanciato evidenti frecciate al vetriolo dritte verso Trump, colui che di fatto avrebbe alimentato l’assalto al Campidoglio.
E dietro le quinte di quell’assalto, per la commissione si celerebbe un complotto, violento e criminale: la condotta dell’ex presidente sarebbe dunque tale da giustificare un rinvio al Dipartimento di giustizia. Come spiegato dal quotidiano inglese, le indagini si basano sulle comunicazioni consegnate dall’ex capo dello staff di Trump, Mark Meadows, e altri suoi collaboratori. Dai messaggi si evince come l’ex presidente avrebbe informato alcuni deputati repubblicani della Camera sul suo piano, e sul ruolo che l’allora vicepresidente Mike Pence avrebbe dovuto svolgere per impedire la certificazione della vittoria del suo concorrente.
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“Il vicepresidente è stato messo in una situazione difficile. Il presidente stava esercitando molta pressione su di lui per infrangere la legge. La commissione ha veramente bisogno di sentire quali sono le sue opinioni su quanto accaduto il 6 gennaio”, ha dichiarato Bennie Thompson, presidente della commissione. Thompson ha del resto intenzione di chiedere all’ex vicepresidente degli Stati Uniti di testimoniare volontariamente questo mese sulla questione.
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Ma a sostegno dell’accusa di complotto, la commissione parlamentare ha diffuso le mail, gli sms inviati dai consiglieri a Trump – messaggi in cui veniva esortato a bloccare i disordini tramite un appello pubblico. L’ex presidente ignorò per ore la richiesta, ignorando al contempo un dovere imprescindibile: garantire la sicurezza delle istituzioni nazionali. Con queste e altre carte sul tavolo, gli investigatori della Camera devono ancora tuttavia trovare delle prove effettive che leghino personalmente Donald Trump all’assalto. Per il momento, dunque, la commissione potrebbe risolvere solo l’accusa di ostruzione diretta – la stessa che è stata mossa contro 275 rivoltosi.
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