Scuola, i presidi chiedono al governo di sospendere le lezioni per due settimane

Alcuni presidi hanno inviato una lettera al governo chiedendo che venga rimandata la riapertura delle scuole. Un appello arrivato a seguito dell’impennata dei casi di contagio dovuti a Omicron e che, spiegano i dirigenti nella lettera, sta colpendo sopratutto la fascia più giovane della popolazione. 

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Sospendere le lezioni per almeno due settimane per provare a fermare un aumento di contagi ormai ingestibile per il paese.

Questo l’appello con cui un centinaio di presidi hanno chiesto al governo di ripensarci e rimandare l’apertura delle scuole prevista per il 10 gennaio 2022. Omicron infatti avanza e secondo i dirigenti diventa troppo rischioso far riaprire adesso le scuole. Nella lettera inviata all’esecutivo si legge infatti come ”si tratta di una situazione epocale, mai sperimentata prima, rischiosa e ad oggi già prevedibile. Non è possibile non tenerne conto. Una programmata e provvisoria sospensione delle lezioni in presenza (con l’attivazione di lezioni a distanza) per due settimane è sicuramente preferibile ad una situazione ingestibile che provocherà con certezza frammentazione, interruzione delle lezioni e scarsa efficacia formativa”.

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A preoccupare i dirigenti sono state in particolar modo le numerose assenze degli alunni delle ultime settimane a cui va aggiunta anche la carenza dovuta al personale non vaccinato sospeso senza stipendio. I dirigenti fanno presente al premier che ci troviamo di fronte “a numeri altissimi, mai visti prima. Ci rendiamo conto che sottovalutare la prevedibile ed enorme mancanza di personale determinerà insolubili problemi. In un momento nel quale è necessaria almeno la minima sorveglianza delle classi (per non parlare della didattica, che risulterà in molti casi interrotta), non sapremo, privi di personale, come accogliere e vigilare su bambini e ragazzi. Altrettanta preoccupazione grava sulle probabili assenze del personale Ata. Ci troveremo nell’impossibilità di aprire i piccoli plessi e garantire la sicurezza e la vigilanza”. 

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Nella lettera i presidi espongono poi al governo come gli ultimi dati sui contagi indichino chiaramente un fatto: ad essere colpite in questo momento sono soprattutto le fasce più giovani della popolazione ed è per questo che rimandare l’apertura della scuola diventa essenziale: “A differenza delle precedenti ondate, già prima della sospensione natalizia abbiamo assistito ad un’elevata incidenza di contagi all’interno delle classi (alunni e docenti, anche se vaccinati).Il protocollo di gestione dei casi grava sulle aziende sanitarie, che non riescono più a garantire rapidità per i tamponi, con conseguente prolungato isolamento degli studenti e del personale”.

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