Sgozza il figlio di 7 anni: il Gip lo aveva autorizzato a vedere il bambino

La tragedia è occorsa a Morazzone, in provincia di Varese, il 1 gennaio scorso. L’uomo, dopo aver assassinato il proprio figlio, ha accoltellato anche sua moglie

Paitoni e suo figlio-Meteoweek.com

Davide Paitoni, 40 anni, lo scorso 1° gennaio ha sgozzato e ucciso il figlio di soli 7 anni a Morazzone, in provincia di Varese. Dopo l’infanticidio, ha accoltellato anche la moglie. Da quanto è emerso, l’uomo aveva avuto l’autorizzazione del Gip di vedere suo figlio nonostante fosse ai domiciliari accusato del tentato omicidio di un collega, che aveva accoltellato il 26 novembre 2021.

La moglie aveva sporto già due denunce contro Paitoni, e poi era andata a vivere dai suoi genitori a Gazzada Schianno (Varese). Per l’uomo, dopo la segnalazione anche dei genitori della moglie, era scattato il codice rosso. Inoltre, era finito ai domiciliari per aver cercato di uccidere un collega, come detto.

E nonostante ciò, gli era stato permesso di vedere il figlio. «L’ordinanza per i domiciliari», come ha rivelato il presidente del Tribunale di Varese, Cesare Tacconi, «è stata firmata il 29 novembre, avvallando la misura richiesta dal magistrato che l’ha motivata con il pericolo di inquinamento probatorio, non con la pericolosità sociale, e il giudice non può aggravare la richiesta del pm». Il presidente spiega ancora che «l’avvocato difensore dell’indagato ha chiesto che gli fosse concesso di vedere il figlio e la moglie, dato che secondo ordinanza non avrebbe potuto avere contatti se non con i familiari conviventi, quindi il padre».

Il 6 dicembre, il gip gli ha concesso di vedere il bambino. In merito alle denunce della donna, Tacconi ha proseguito spiegando che «non vi sia in Tribunale alcuna pendenza a carico dell’uomo, quindi se le denunce ci sono sono ancora in Procura. Ho svolto tutti gli accertamenti del caso, tra i due non vi era alcuna separazione formale in corso, se mi sarà richiesto formalmente presenterò una relazione». 

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Intanto l’avvocato di Paitoni, Stefano Bruno, ha rivelato all’Adnkronos di continuare a ricevere «telefonate di insulti e minacce, ma questo è il mio lavoro». Paitoni ora è in prigione, accusato di omicidio e tentato omicidio.

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Il legale cita anche una frase che dice di avere sulla propria scrivania:«’Proprio nel difendere il più mostruoso degli assassini l’avvocato è posto a tutela di diritti fondamentali che appartengono a tutti perché non ammettono deroghe ed eccezioni’. Difendendo il peggiore degli assassini difendo il diritto di tutti, è questo che la gente non capisce», chiosa.

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