Il politico Rino Formica ritiene improbabile la salita di Berlusconi a Colle e l’attuale premier inadatto a ricoprire un ruolo del genere. Pesa, a suo giudizio, il passato da banchiere e un orientamento politico che nessuno conosce.
Impossibile secondo Rino Formica politico italiano ed ex socialista sotto la dirigenza di Bettino Craxi, capire chi sarà il futuro inquilino del Quirinale. Il parallelo con quanto accade nel 1992 a suo parere è calzante: “Non ho mai visto una situazione più terremotata di adesso. Forse nel 1992 c’era un clima simile. Il Parlamento è incontrollabile. Un terzo sa che è in soprannumero, vista la riduzione dei seggi. Un terzo è consapevole che non sarà ricandidato. E un terzo è espressione di capi che non contano più nulla. Potremmo trovarci così dinanzi a mille volontà diverse”. Il rischio dunque è che queste quirinarie diventino una vera e propria “tombola”. Non trova possibile l’elezione di Berlusconi invece, in quanto convinto che la sua candidatura non verrebbe sostenuta con convinzione da Lega e Fratelli d’Italia. E in tal senso in effetti, Fratelli d’Italia ha già lanciato nei giorni scorsi un monito alla propria coalizione: Berlusconi è l’unico nome possibile, avrebbero fatto sapere alla Meloni e Salvini diversi esponenti di spicco del partito del Cavaliere.
Per Formica, difficilmente dunque Berlusconi potrebbe “sfondare” i trecento voti durante le votazioni, un risultato che però, a suo parere, andrebbe più che bene al leader di Forza Italia. Più cinico il suo giudizio su Draghi, ritenuto “inadatto” a ricoprire questo ruolo, in primo luogo per il suo passato nell’alta finanza. In Draghi, spiega Formica,“prevale la cultura del banchiere. I banchieri non hanno una visione di lungo periodo, sono attenti alla convenienza di quel che il mondo offre in quel momento”. Per l’ex socialista persino la cultura e l’orientamento politico dell’attuale premier resta un mistero, al punto che “non sappiamo nemmeno per chi vota. Il modo con cui tutela il suo segreto è allo stesso tempo una dimostrazione di debolezza e di potenza”.
E sulle sempre più vicine elezioni per eleggere il Presidente della Repubblica si è espresso anche Matteo Renzi, in un’intervista rilasciata al quotidiano Il Messaggero. Secondo il leader di Italia Viva, ad essere in vera difficoltà per le trattative del Quirinale è il segretario del Partito democratico Enrico Letta. Renzi si auspica che “Alla ripresa i gruppi parlamentari del Pd aiuteranno il segretario a uscire dall’isolamento in cui si è cacciato. Altrimenti, per la prima volta il Pd sarà ininfluente rispetto alla scelta dell’inquilino del Colle”.
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Il suo partito si dichiara aperto al dialogo con chiunque, seguendo in fondo lo stesso iter scelto da Renzi nel corso della sua esperienza da premier durante le elezioni che portò Mattarella al Quirinale. In quel caso infatti, il Presidente della Repubblica venne eletto con una maggioranza diversa da quella che reggeva il governo, e la speranza di Italia Viva è che anche quest’anno accada la stessa cosa.
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