Non siamo poi così soli a lottare in questa vita: a Dio che ci ha creato sta a cuore la nostra felicità, pur se nella libertà di sbagliare.
Liturgia di oggi Venerdì 31 Dicembre 2021
- 31 DICEMBRE – VII GIORNO FRA L’OTTAVA DI NATALE
Un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile. (Is 9,5)
Prima Lettura
Avete ricevuto l’unzione dal Santo e tutti avete la conoscenza.
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
1Gv 2,18-21
Figlioli, è giunta l’ultima ora. Come avete sentito dire che l’anticristo deve venire, di fatto molti anticristi sono già venuti. Da questo conosciamo che è l’ultima ora.
Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; sono usciti perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri.
Ora voi avete ricevuto l’unzione dal Santo, e tutti avete la conoscenza. Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale – Dal Sal 95 (96)
R. Gloria nei cieli e gioia sulla terra.
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. R.
Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta. R.
Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli. R.
Il Vangelo di oggi Venerdì 31 Dicembre 2021
Il Verbo si fece carne.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1,1-18
In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.
Parola del Signore.
Non siamo così soli | Il commento al Vangelo di oggi Venerdì 31 Dicembre 2021
Gesù è una verità da accogliere: è per tutti, ma non tutti lo sanno. A volte, non sapere che qualcosa è anche per te ti fa tenere lontano da quella realtà.
Ognuno di noi invece dovrebbe sapere che Gesù è “luce vera, quella che illumina ogni uomo”, senza esclusione alcuna. Spesso sentiamo il bisogno di vivere nella libertà e vivere una vita piena, nella sua ricchezza e profondità.
Gesù è venuto a portarci la luce vera, veritiera, in grado di farci osservare la bellezza della vita nella sua interezza. A volte noi ci dimentichiamo che dietro la nebbia degli eventi e del nostro sguardo limitato esiste un modo limpido di vedere le cose. Chi meglio di Dio, il Creatore, può aiutarci a scoprire la bellezza della vita?
Il commento al Vangelo di ieri:
A volte si può pensare che la religione sia qualcosa che vada a limitare la propria vita. Invece, stando all’etimologia del termine stesso, la religione ti fa “rileggere” o a “raccogliere”, mettere insieme i fatti in una maniera totalmente diversa da quello peculiare di ognuno, aprendoci all’abbraccio di Dio.
Credere in Gesù è credere alla manifestazione di Dio che si è fatto carne, è credere nel Verbo divino creatore che si è incarnato per la nostra salvezza. Una prospettiva che, più che costringerci, ci libera dall’onere di sentirci “dei” della nostra vita e nel dovere assoluto di “salvarla” da soli. E se è vero che “Dio, che ti ha creato senza di te non può salvarti senza di te” (Sant’Agostino), è vero anche che, in fin dei conti, non siamo così soli a lottare in questa vita, e che della nostra felicità importa in primis a chi ci ha creato, nella libertà di sbagliare, come nella capacità di amare e quindi e di essere felici.