Renzo Cristiani, volontario 78enne investito in A14 il 4 dicembre scorso, si era fermato per prestare soccorso dopo un sinistro in cui era coinvolta un’altra auto
Il pm Augusto Borghini ha chiuso in pochi giorni l’inchiesta sulla morte del volontario Renzo Cristiani, 78 anni, morto dopo che un’auto lo ha travolto sull’A14 il 4 dicembre scorso. L’uomo era sceso dal suo mezzo per prestare soccorso dopo un sinistro che aveva coinvolto un’altra auto. L’indagine che il pm ha chiuso, vedeva indagata per omicidio stradale una 46enne che guidava il veicolo che lo ha travolto in modo letale.
Cristiani, da tempo era un volontario della Onlus Avpl di Castel Maggiore impegnata, tra l’altro, anche nella sicurezza stradale. Ma15 giorni fa il pm ha chiesto di archiviare il caso, perché dagli accertamenti è emerso che la responsabilità sarebbe da attribuire al comportamento della vittima, e cioè al fatto che al fine di segnalare alle altre auto una situazione di pericolo derivante dal sinistro, abbia parcheggiato il suo mezzo e si sia mosso a piedi sul punto in cui è avvenuto l’incidente senza mettersi il giubbotto retroriflettente.
Secondo la Procura, in quel modo, Cristiani avrebbe invaso all’improvviso la carreggiata su cui stava passando la 46enne che così non sarebbe riuscita a evitare di investirlo. Ma questa conclusione non convince la figlia del volontario 78enne, che assistita dal suo legale, Marco Ferrari, si opporrà all’archiviazione del caso.
Secondo l’avvocato, ci sono diversi quesiti da sottoporre all’attenzione del magistrato:«Chiederemo l’acquisizione dei rilievi della polizia stradale, sia planimetrici che fotografici, e una consulenza cinematica per stabilire con certezza la velocità dell’auto e dinamica dell’investimento. Infine, sottoporremo al gip la necessità di disporre il sequestro dell’auto che ha investito il signor Cristiani, che non è mai stata sequestrata, caso più unico che raro in un sinistro mortale. Sempre che non sia stata rottamata o venduta».
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Il giorno in cui è avvenuto il sinistro, Cristiani stava passando sull’A14 tra Imola e Castel San Pietro, verso Bologna. Ha visto un’auto che aveva perso il controllo e aveva dapprima sbattuto contro il guardrail, per poi terminare la sua corsa in mezzo alla carreggiata. Subito si è prodigato per prestare soccorso ed è sceso dalla sua auto per aiutare coloro che erano dentro, e, usando una paletta che usava come assistente civico, ha provato ad avvertire del pericolo gli altri automobilisti che giungevano sul posto.
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Più tardi, un’auto lo ha evitato ma la Toyota, alla cui guida c’era una donna di 46 anni, lo ha preso in pieno, e l’uomo è morto sul colpo. Ora, secondo l’avvocato, già solo il fatto che un’altra auto si fosse fermata sulle strisce dello svincolo dopo il sinistro e prima di Cristiani e i cui occupanti sono stati ascoltati dalla polizia stradale, avrebbe dovuto far sì che la donna fosse più prudente. I familiari dell’uomo intendono fare il possibile per la riapertura del fascicolo, certi che bisognerà eseguire ulteriori verifiche.
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