Con Omicron raffica di disdette per le vacanze: turismo in ginocchio

Il rapido aumento dei contagi dovuto alla variante Omicron sta mettendo in ginocchio il turismo italiano, per l’ennesima volta. Tra disdette in rapido aumento, vacanze più brevi e incerte, l’allarme arriva direttamente da Federturismo: “C’è una disdetta al minuto. E il loro numero aumenta esponenzialmente“. 

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MeteoWeek.com (Photo by Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

La rapida crescita dei contagi – dovuta al diffondersi della variante Omicron – si afferma con una chiarezza ormai disarmante: nella giornata di oggi, 28 dicembre, sono almeno quattro le regioni investite da un boom di contagi significativo. Più nello specifico, se in Lombardia sono state raggiunte le 28.795 nuove infezioni (con un rapporto test-positivi intorno al 12,8%), in Veneto sono 7.403 i nuovi casi da Covid registrati nelle ultime 24 ore. La situazione preoccupa anche in Piemonte e Toscana, nella quale, secondo i dati dell’ultimo bollettino, sono stati 4.453 nelle ultime 24 ore. Di fronte a questo scenario, il governo ha provato a rafforzare le misure di protezione individuale per evitare di imporre nuove chiusure, passando da nuovi obblighi sull’utilizzo delle Ffp2 all’estensione dei Super Green Pass. Il problema, tuttavia, riguarda i numeri dei contagiati e di coloro che sono entrati in contatto con positivi: se una percentuale consistente di italiani è malata e/o in quarantena, il turismo non può che risentirne in maniera fisiologica, al di là delle intenzioni dell’esecutivo.

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Turismo in affanno, preoccupa la variante Omicron

Lo confermano le parole di Marina Lalli, presidente di Federturismo, che afferma, a proposito di disdette: “Ce n’è una al minuto. E il loro numero aumenta esponenzialmente“. Per la presidente di Fiavet, Ivana Jelinic, nelle ultime tre settimane sarebbero state addirittura 8 milioni le cancellazioni. A riportare i dati di Confindustria Alberghi è l’Agi, che parla di un 2021 chiuso con un tasso di occupazione camere con punte del -48,6% nelle città d’arte, fino a raggiungere il -58% a Roma e il 56,1% a Firenze. Tutto questo si tradurrebbe in una perdita media dei ricavi che si aggira intorno al 55%. A pesare è sia il drastico calo del turismo internazionale sia una netta diminuzione del cosiddetto turismo di prossimità: “Da Nord a Sud le presenze per Capodanno sono risibili. Gli operatori credevano che questi giorni sarebbero stati caratterizzati dal turismo di prossimità, che prenota all’ultimo momento: invece è rimasto tutto fermo“, dichiara il presidente di Assoturismo Vittorio Messina, stando all’Agi. Il Sole 24 Ore parla di 60 milioni di arrivi e 120 milioni di presenze in meno rispetto al 2019. La quota dei viaggi rimasti in sospeso (spesso per indecisione) si aggirerebbe invece intorno ai 7 milioni.

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Turismo, servono più aiuti

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MeteoWeek.com (Photo by Thomas Lohnes/Getty Images)

Per questo motivo aumentano gli appelli al governo provenienti dai principali rappresentanti del settore. Tra questi, Assoturismo, che chiede una proroga degli aiuti alle imprese, della cassa integrazione, della moratoria dei mutui e dei pagamenti delle cartelle esattoriali. “La crisi Covid sta impattando sempre di più sull’intera filiera turistica con migliaia di imprese che rischiano realmente la chiusura soprattutto alberghi, tour operator e agenzie di viaggio. Le risorse messe in campo finora dal Governo non sono sufficienti, sono necessari e urgenti più sostegni, la proroga della cassa integrazione e adeguate moratorie fiscali. Non è pensabile un’economia italiana senza il traino fondamentale del turismo”, ricorda Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, stando al Sole 24 Ore. Per questo anche Confocommercio chiede la proroga della cassa integrazione concessa alle attività ferme a causa dell’emergenza sanitaria (la cui scadenza è prevista per il prossimo 31 dicembre), la decontribuzione per il reinserimento lavorativo per il comparto del turismo organizzato e indennizzi per le discoteche (chiuse per decreto).

La richiesta di aiuti rivolta all’esecutivo si fa tanto più urgente e tanto più condivisa se si guarda al futuro: viste le attuali condizioni, visto il dilagare della variante Omicron, un’eventuale ripresa del turismo si sposta all’estate 2022, troppo tardi per esser sopportata autonomamente da alberghi e ristoranti flagellati da aperture intermittenti, o da tour operator e agenzie di viaggio fermi ormai da due anni. Insomma, questo fine 2021 ci insegna un qualcosa che già avremmo dovuto comprendere: non esiste una ripresa economica senza una reale ripresa in ambito sanitario.

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