Anche il papa, nel suo messaggio di Natale, chiede attenzione al dramma delle morti sul lavoro. In Italia ormai è quasi una strage: anche nel 2021 i numeri fanno paura.
“Nel giorno della vita ripetiamo: basta morti sul lavoro! E impegniamoci per questo”: non sono le dichiarazioni di un sindacalista esasperato, o di un parente disperato. Sono le parole con le quali il Papa ha voluto scuotere le coscienze, espresse in uno dei momenti più solenni e mediatici per un fedele: la celebrazione della messa nella notte di Natale. “Dio stanotte viene a colmare di dignità la durezza del lavoro. Ci ricorda quanto è importante dare dignità all’uomo con il lavoro, ma anche dare dignità al lavoro dell’uomo, perché l’uomo è signore e non schiavo del lavoro. Nel giorno della Vita ripetiamo: basta morti sul lavoro! E impegniamoci per questo” le parole del Pontefice, evidentemente indirizzate a chi dovrebbe creare le condizioni per migliorare la sicurezza su luoghi di lavoro.
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Parliamo della politica, ovviamente. E nello specifico di questo governo, che sta assistendo più o men0 in silenzio all’ennesima strage di lavoratori. D’altronde è di quello che parlano i dati: di una strage. Numeri che fanno spavento solo ad essere citati: secondo l’Inail, dal primo gennaio al 31 agosto 2021 i morti sui luoghi di lavoro sono 772. Una media di tre al giorno. Nel 2020 1.538 (4,2 al giorno), compresi quelli correlati al Covid. Nel 2019 i morti sul lavoro sono stati 1.205, 1.279 nel 2018. Insomma, circa tre persone al giorno in Italia perdono la vita nello svolgere il proprio lavoro. E non parliamo di morti relativi a lavori particolarmente pericolosi: cantieri, campi, fabbriche, aziende non possono essere considerati “luoghi pericolosi”.
O si? Perchè, secondo i sindacati, uno dei problemi principali sono le condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro. In Italia, come ha dichiarato ai nostri microfoni Marco Balili, responsabile Salute e Sicurezza della Cgil di Modena, ancora manca la cultura della sicurezza intesa come investimento. Da molti datori di lavoro è percepita esclusivamente come costo. E come non pensare alla vicenda di Luana D’Orazio, la lavoratrice morta schiacciata da un orditoio che – secondo le indagini – sarebbe stato modificato per aumentare dell’8% la produzione?
Dare dignità all’uomo con il lavoro, ma dare dignità al lavoro dell’uomo: papa Francesco va a mettere il dito nella piaga, perchè il lavoro, in molti casi, non ne ha più tanta, di dignità. Orari di lavoro che aumentano, salari che diminuiscono, sicurezze e diritti che sfumano: questo è il mondo del lavoro oggi, con una grande complicità della politica che da un lato ha tolto paletti alla libertà d’azione di chi fa impresa, dall’altro ha ridotto i diritti di chi lavora. Non è ideologia, sono dati: anche i datori di lavoro hanno i loro problemi, a partire dalla pressione fiscale. Ma il Papa, se ha rivolto il suo pensiero ai lavoratori, è perchè evidentemente la situazione ha passato ogni limite di accettabilità etica.