L’ultimo report della fondazione Gimbe sui contagi, testimonia un nuovo aumento rispetto alla scorsa settimana.
In Italia, i contagi continuano ad aumentare. La fondazione Gimbe ha infatti rilevato come i positivi al coronavirus sono stati 177.257 contro il 124.568 della scorsa settimana. E i numeri sono aumentati in quasi tutte le regioni con pochissime eccezioni. Si parla dunque al momento, secondo le stime ufficiali, di circa 250 casi per ogni 100 mila abitanti. E di conseguenza, riporta Gimbe, cresce anche la pressione sugli ospedali con i ricoveri che sono aumentati del 37 per cento. Il periodo analizzato da Gimbe nel suo ultimo report si riferisce al periodo che va dal 15 Dicembre al 21 Dicembre 2022. Nel documento viene infatti spiegato come “Nell’ultima settimana aumenta il numero di somministrazioni di vaccino con una media mobile a 7 giorni di oltre 523 mila somministrazioni al giorno: crescono del 10,8% le terze dosi e del 13,8% i nuovi vaccinati (274.143) che per circa il 40% riguardano la fascia 5-11 anni. Questa fascia di età al 21 dicembre ha raggiunto 108.112 somministrazioni. Scendono, invece, i nuovi vaccinati over 12 (-18,1%). Il tasso di copertura per le terze dosi è pari al 51,2%”.
Gli incrementi dei contagi, afferma la fondazione, vanno avanti ormai da due mesi e potrebbero essere riferiti alla variante Omicron. Giusto precisare che in ogni caso che, avendo vaccinato la maggior parte della popolazione, che dunque è protetta dal contagio in modo rilevante, un aumento dei contagi non può coincidere con un aumento sostanziale dei ricoveri, in quanto la maggior parte della popolazione è protetta. Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe, ha dichiarato: “Da oltre due mesi si assiste ad un aumento dei nuovi casi, che nelle ultime due settimane ha subito una forte accelerazione. La media mobile a 7 giorni dei nuovi casi e’ passata da 15.521 dell’8 dicembre a 25.322 il 21 dicembre (+63,2%), un’impennata favorita anche dalla rapida e progressiva diffusione della variante Omicron nel nostro Paese, ampiamente sottostimata da un sequenziamento insufficiente”.
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Per questo a suo giudizio diventa adesso indispensabile che il governo introduca l’obbligo alla vaccinazione “per tutte le categorie di lavoratori a contatto con il pubblico e nel medio periodo per tutta la popolazione”. È necessario poi secondo il presidente di Gimbe“ridurre le tempistiche di somministrazione della dose booster, a 3-4 mesi dal completamento del ciclo vaccinale, innanzitutto per anziani e fragili”. I dubbi naturalmente restano, perché ci troviamo di fronte a un vaccino che fino al 2024 è classificato come sperimentale, e che infatti sta richiedendo molte più dosi di quanto gli scienziati avevano inizialmente previsto. E tutti questi richiami a cui ci stanno abituando, determinano in modo inequivocabile il passaggio da una campagna vaccinale a un trattamento terapeutico.