A Siena, simulata la morte del manager di Monte dei Paschi David Rossi. Sul posto anche Zanettin, presidente della commissione di inchiesta
Ai 49 quesiti che la commissione di inchiesta che indaga sul decesso del manager di Mps David Rossi, morto nel 2013, ha chiesto ai carabinieri di risolvere, si aggiunge anche quello di una telefonata fatta da Daniela Santanché a Rossi, il 6 marzo di quell’anno. Secondo il colonnello Pasquale Aglieco, a quella telefonata fu il pm Antonino Nastasi a rispondere.
«La telefonata di Santanchè è uno dei punti misteriosi», spiega il presidente della commissione d’inchiesta Pierantonio Zanettin. «Ci sono contrasti di opinioni e informazioni, quindi abbiamo disposto una perizia. È nostra intenzione capire se quei 38 secondi che da un tabulato risultano “chiamata risposta” corrispondano invece a “chiamata non risposta”. Affideremo al Ros anche questo quesito, arrivando così a cinquanta». Santanché, nel corso del tempo, ha dato versioni diverse dell’episodio, ma quel che è risultato dai registri telefonici è «libero-non risponde».
Nel frattempo i Ros stanno cercando di far luce sulla morte di Rossi e per eseguire la perizia, cominciata martedì, hanno esaminato la parte interna ed esterna della sede Mps cercando indizi. I militari si sono serviti di software che per dare risultati hanno tempi ottimizzati, ossia da sei a tre mesi. Tra gli esami maggiormente attesi, ci sono le rilevazioni telemetriche per stabilire la caduta di Rossi. Gli inquirenti hanno simulato il decesso del manager, con la salita sul condizionatore per capire che tenuta avesse, usando una persona con fattezze somiglianti all’uomo.
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Nell’inchiesta, si rilevò che Rossi si fosse servito del condizionatore per arrivare alla finestra da cui si lanciò nel vuoto. Nel pomeriggio, gli investigatori hanno voluto anche simulare le stesse condizioni meteo, usando pioggia e luci artificiali. «La ricostruzione dei Ris è quella che sposerò, non andrò a cercare verità diverse. La commissione non ha nessuna verità in tasca, è pronta a qualsiasi conclusione; certo, bisogna partire dalla volontà di ricercare la verità», ha detto Zanettin.
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Intanto, sulla giornata in cui si è simulata la morte di Rossi si sono pronunciati i legali dei familiari, Paolo Pirani e Carmelo Miceli. Il primo ha posto l’accento sul fatto che si tratta di «accertamenti che andavano fatto anni fa», mentre il secondo ha detto:«Non ci stupisce che un inquirente abbia raccontato quello che è evidente, ci stupisce che l’abbia fatto ad anni di distanza, che ancora oggi qualcuno si ostini a non ritenere necessaria la riapertura delle indagini e ci parli di possibili indagini spezzettate».
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