Spionaggio, l’ufficiale della Marina Biot rischia di finire sotto processo

Sia la procura ordinaria sia quella militare hanno concluso l’inchiesta e l’uomo rischia di essere processato per spionaggio e per aver rivelato segreti di stato

Walter Biot-Meteoweek.com

Si sono concluse le indagini in merito al caso dell’ufficiale di Marina Walter Biot, che fu arrestato lo scorso marzo mentre stava consegnando documenti riservati a un agente russo. La Procura militare e quella ordinaria gli contestano i reati di spionaggio, rivelazione segreto di stato e anche il reato di corruzione. I magistrati militari, nello specifico, contestano a Biot i reati di «procacciamento di notizie segrete a scopo di spionaggio, procacciamento e rivelazione di notizie di carattere riservato» nonché «esecuzione di fotografie a scopo di spionaggio» e «comunicazione all’estero di notizie non segrete né riservate».

In attesa di sapere se verrà processato, Biot si trova nel carcere militare a Santa Maria Capua Vetere. Biot è accusato di corruzione poiché era un  pubblico ufficiale quando si è fatto consegnare 5mila euro in cambio di documenti estremamente riservati. Le due procure, quella ordinaria e quella militare che seguono due procedimenti paralleli, hanno fatto sapere che l’uomo rischia di essere processato dalla procura ordinaria, «per essersi procurato, quale capitano di fregata della Marina Militare in servizio presso lo Stato Maggiore della Difesa, a scopo di spionaggio politico, notizie che nell’interesse della sicurezza dello Stato dovevano rimanere segrete e per aver rivelato tali notizie ad un agente diplomatico russo dietro compenso di cinque mila euro».

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Sempre nella nota diffusa dalle due procure, si legge che Biot «effettuava con uno smartphone dedicato rilievi fotografici di documentazione classificata che aveva possibilità di visionare per il suo ruolo e la sia funzione e poi consegnava una micro Sd contenente tali foto all’agente diplomatico che contestualmente gli consegnava la somma di denaro in contanti».

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I pm accusano l’ufficiale di essersi procurato «notizie concernenti la forza, la preparazione e la difesa militare dello Stato classificate segrete o riservate, eseguiva, a scopo di spionaggio con uno smartphone in suo possesso fotografie di documenti concernenti la forza, la preparazione e la difesa militare dello Stato, rivelava, a scopo di spionaggio notizie»  a un agente russo. La Procura di Roma si è detta soddisfatta per l’inchiesta effettuata in collaborazione con la procura militare. L’inchiesta ha avuto come unico comune denominatore il «fare giustizia».

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