Da un’intercettazione contenuta nell’ordinanza di convalida del fermo di Raul Esteban Calderon, per l’omicidio di Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, emerge l’attribuzione a quest’ultimo del suddetto delitto
Nell’ordinanza del gip di Roma che convalida il fermo di Raul Esteban Calderon per l’omicidio di Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, sono contenute alcune intercettazioni che lasciano intendere esplicitamente «l’attribuzione a Raul Calderon dell’omicidio Piscitelli quale esecutore materiale» del delitto. Diabolik fu assassinato il 7 agosto 2019 nel parco degli Acquedotti a Roma con un colpo di arma da fuoco.
Dal suddetto documento emergono i seguenti stralci:«…perché è morto pure quello, a sede’ sulla panchina stava, a fuma’ la sigaretta, ha preso na revolverata qua dietro! E altri due de quelli la’ che hanno sparato, vabbè so morti quelli che hanno sparato a Leandro». Secondo il gip di Roma, dall’intercettazione di Enrico Bennato «si evince chiaramente il contesto di lotte tra gruppi, e l’attribuzione dell’omicidio Piscitelli al proprio gruppo».
Sempre nel documento, il gip spiega che «nella conversazione del 20 aprile è esplicita l’attribuzione a Raul Calderon dell’omicidio Piscitelli quale esecutore materiale. Parlando ancora degli omicidi già commessi e di quello in programma per il successivo mese di giugno, Enrico Bennato afferma espressamente che a uccidere Diabolik è stato ‘Francisco’ (così è soprannominato Calderon, ndr.), fatto noto a tutti pure se gli inquirenti non hanno le prove. “Mo Francisco do sta?” chiede la persona al telefono. “È scappato via, l’ho mandato via in Spagna. Non lo dì manco…lo sanno che l’ha ammazzato lui quello sulla spiaggia oh…ha ammazzato Diabolik. Lo sa tutta Roma… le guardie però non hanno le prove. Io so indagato oh! So indagato de Diabolik, mo a San Basilio e quello sulla spiaggia….”».
Il gip commenta che «le parole di Bennato appaiono particolarmente credibili non soltanto per il contesto riservato in cui sono pronunciate, all’interno della propria abitazione e rivolte a persone di cui sembra avere piena fiducia ma anche perché egli confessa il proprio coinvolgimento in uno degli omicidi di cui stanno parlando, quello dell’albanese Sheajh e ‘accusa’ altresì il proprio fratello Leandro, quale mandante dell’omicidio Piscitelli».
Il gip di Roma, Tamara De Amicis, scrive ancora che «è acclarato che Calderon svolga la funzione di killer in maniera per così dire professionale. Ricorre in primo luogo il pericolo di fuga dell’indagato, in quanto si tratta di soggetto che, a parte ogni considerazione sulla sua nazionalità e sui suoi permanenti legami con il suo Paese di origine ha contatti continuativi con altri Paesi, in particolare con la Spagna, come emerge dal contenuto di un’intercettazione ambientale nella quale Bennato afferma di aver fatto temporaneamente allontanare da Roma Calderon con l’intento di farlo rientrare nel giro di un paio di mesi, in vista di un omicidio da compiere nel mese di giugno».
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A incastrare il presunto assassino di Fabrizio Piscitelli sarebbe stato il tatuaggio sul polpaccio, coperto da una fascia nel corso del delitto. «Un rilevante elemento per l’identificazione del sicario è la presenza di una fasciatura atta a coprire il polpaccio destro. Grazie ai filmati eseguiti dalla polizia giudiziaria il settembre 2019 si evidenziava che sulla gamba destra di Calderon comparivano due tatuaggi», è riportato nell’ordinanza.
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«Sulla base di quanto rilevato durante il servizio è doveroso evidenziare che dalle immagini del video che ha documentato le fasi dell’omicidio di Piscitelli è emerso che il suo killer indossava una bandana verde, che copriva la capigliatura e una vistosa fascia bianca proprio al polpaccio destro idonea a nascondere la presenza di eventuali segni distintivi quali possono essere ad esempio i tatuaggi», sono le parole del gip De Amicis.
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«Anche la bandana verde a copertura di tutta la parte anteriore del capo è risultata idonea ad occultare l’attaccatura dei capelli nella parte frontale della testa, particolarmente stempiata e perciò in teoria agevolmente riconoscibile da possibili osservatori dell’azione», si conclude nel documento.