Resta ancora un mistero la scomparsa del ginecologo napoletano, Stefano Ansaldi che nel dicembre del 2020 è morto sgozzato a Milano. La famiglia chiede di non fermare le indagini e di valutare tutte le piste possibili, non solo quelle italiane ma anche quelle estere.
Non si è ancora chiuso il caso di Stefano Ansaldi, il ginecologo napoletano trovato sgozzato in centro a Milano nel dicembre del 2020. Omicidio? Suicidio? I suoi familiari continuano ad interrogarsi sull’accaduto e chiedono a gran voce di non fermare le indagini per giungere alla verità. Sono tante le domande, ancora prive di risposta, che ruotano attorno alla misteriosa morte del 65enne.
Le indagini
È il 20 dicembre 2020, Stefano Ansaldi dopo aver fatto un cambio di classe – dall’Economy alla Business – nel biglietto del treno Napoli-Milano, si mette in viaggio. Viaggio che lui ha trascorso facendo delle telefonate ai suoi familiari. Il ginecologo 65enne, amato da tutte le sue pazienti, non stava attraversando un buon periodo: debiti numerosi e una carta di credito completamente svuotata da una delle sue amanti. Ed è anche per queste situazioni divenute forse difficili da gestire per Stefano Ansaldi che gli investigatori pensano si sia potuto togliere la vita.
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Arrivato a Milano, mentre beveva il caffè, Ansaldi riceve una chiamata dalla sua banca che gli comunica che la carta di credito che utilizzava la sua amante aveva appena superato la soglia massima di disponibilità. Subito dopo aver riagganciato, il telefonino del 65enne viene lasciato cadere in un tombino. Raggiunge quindi la 24 ore dalla quale tirò fuori chiavi di casa, biscotti, caricatori del cellulare e la lama. Lama che Ansaldi posò sul suo collo provocando tre tagli. A questi seguì il taglio mortale, da sinistra verso destra. L’ultimo taglio prima di cadere a terra davanti ai passanti.
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L’incontro con un mediatore
Il ginecologo non aveva portato con sé cambi né spazzolino da denti e questo fa quindi credere che sarebbe dovuto tornare a Napoli in giornata (Stefano Ansaldi aveva acquistato anche il biglietto di ritorno). Quel giorno era previsto un incontro con un mediatore che lo avrebbe aiutato probabilmente a trovare una soluzione ai suoi numerosi problemi economici. Incontro che, però, sarà annullato dallo stesso Ansaldi. Il motivo di questa scelta, però, non è noto. A confermare che non vi è stato alcun incontro le riprese delle circa duecento telecamere, sia pubbliche sia private, che si trovano in quella zona. I filmati catturati dalle telecamere individuate dai Carabinieri mostrano Stefano Ansaldi camminare da solo. Non era seguito da nessuno né sembrava lui essere diretto verso una persona che lo stava aspettando.
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Dubbio guanti in lattice
Un dettaglio non è sfuggito ai Carabinieri che, durante le indagini hanno notato che Ansaldi indossava dei guanti in lattice. Una soluzione adottata forse per non lasciare tracce, le sue impronte digitali? Un dubbio morto però sul nascere: Stefano Ansaldi aveva infatti contratto il Covid-19 e, probabilmente, indossava dei guanti in lattice come precauzione per non infettare le altre persone.