Cile, il candidato di sinistra sconfigge l’ammiratore di Pinochet

Ieri si è votato in Cile per il ballottaggio delle elezioni presidenziali e i cittadini hanno scelto il candidato di Sinistra Radicale Gabriel Boric, che ha vinto nettamente contro l’estrema destra nostalgica di Kast

La vittoria di Gabriel Boric si è delineata fin dallo scrutinio dei primi seggi. In termini percentuali il giovane candidato di sinistra è cresciuto dal 26 al 56% e il candidato di destra Jose Antonio Kast dal 28 al 44%. In queste elezioni i cileni avevano di fronte una scelta molto definita, da un lato Kast, il candidato dell’estrema destra, ammiratore di Pinochet, fratello di Miguel Kast, un’importante figura nel regime che ha ricoperto più volte il ruolo di Ministro e presidente della Banca centrale.

Secondo i dati ufficiali, l’affluenza è stata record per il Cile, superiore al 50%, equivalente ad oltre otto milioni di voti. E’ stata quindi grazie alla maggiore affluenza alle urne che si è imposto il progetto di cambiamento proposto dal giovane leader della coalizione Apruebo Dignidad, che si insedierà a Marzo 2022 diventando così il più giovane presidente della storia del Cile. Il sindaco comunista del distretto di Recoleta a Santiago del Cile, e rivale di Boric nelle primarie vinte da quest’ultimo, ha dichiarato che con “questa vittoria consideriamo chiuso il capitolo della dittatura” di Augusto Pinochet.

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Al primo turno Kast era arrivato primo, con il 28% dei voti, ed era riuscito ad ottenere il supporto di tutti i candidati della destra radicale e moderata per il ballottaggio. Durante la campagna elettorale, è anche emerso che il padre di Kast, immigrato in Cile dalla Germania, aveva scelto di aderire al Partito nazista nel 1942, cosa che Kast aveva sempre negato. Kast ha espresso ammirazione anche per Bolsonaro e per l’ex dittatore peruviano Alberto Fujimori, oggi imprigionato per i crimini contro i diritti umani commessi dal suo regime. La sua visione politica unisce posizioni di cattolicesimo conservatore, contrario al diritto all’aborto, ai diritti LGBT, ai movimenti femministi e persino alla legge sul divorzio, con una politica economica liberista e una dura retorica sulla sicurezza e contro l’immigrazione. Il suo programma aveva tra i punti cardine una diminuzione la spesa pubblica e delle tasse per le imprese, un ulteriore disimpegno dello stato dall’economia cilena e la difesa della “famiglia tradizionale” cilena.  Dall’altra parte invece c’era Gabriel Boric il candidato della sinistra radicale (ma non estrema, aveva sconfitto alle primarie della sinistra Daniel Jadue, il candidato del Partito comunista), deputato, storico leader dei movimenti studenteschi, si presentava con un programma ambientalista, puntando alla completa decarbonizzazione del Cile. A 35 anni è il più giovane candidato della storia delle Presidenziali del Cile. Si dichiara femminista e dice che da presidente il suo sarà “il primo governo Ecologista della storia del Cile”. Boric critica fortemente il neoliberismo e vuole rendere pubblico il sistema sanitario e quello pensionistico, oggi entrambi privati e decentralizzare i poteri dello Stato, devolvendo verso le regioni e le comunità locali con grande attenzione verso le popolazioni native. Nonostante i sondaggi li dessero sostanzialmente appaiati, appariva più probabile l’elezione di Kast, visto che complessivamente la destra aveva conseguito un risultato migliore a novembre, durante il primo turno elettorale.

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A sorpresa invece ha vinto nettamente Gabriel Boric. Il  deputato del Fronte Ampio è stato capace di mobilitare i settori più movimentisti ma anche quelli moderati di centrosinistra che vogliono evitare disordini e destabilizzazioni. Ha trionfato nella Regione metropolitana e in quella di Valparaiso, le più popolose del paese, ma ha aumentato i suoi voti anche nelle regioni del Nord e del Sud, neutralizzando completamente l’appoggio che il terzo candidato, Franco Parisi, aveva dato all’ultimo momento a Jose Antonio Kast. La giornata elettorale era stata caratterizzata dalle polemiche sulla scarsità dei mezzi pubblici nei quartieri popolari (i seggi in Cile sono a volte molto lontani dalla residenza degli elettori) . Ma i timori dei sostenitori di Boric sui voti persi a causa dei pochi autobus sono stati fugati dai primi risultati. Kast ha riconosciuto la sconfitta, ha chiamato Boric ed è andato a trovarlo all’ Hotel Fundador. Il presidente Sebastian Piñera, che comunque resta in carica fino all’11 marzo, si è congratulato col vincitore. Pochi minuti dopo aver appreso i risultati Boric è salito sul palco che era stato montato sull’Alameda. Ha toccato tutti temi a lui cari, i bambini, le donne, l’orario di lavoro, le pensioni, la salute e la educazione pubbliche, l’ambiente, l’acqua, i diritti umani e ovviamente la difesa del lavoro della Assemblea Costituente. Ha parlato da “presidente di tutti”, che considera come opportunità più che come limite l’equilibrio di forze nel nuovo Parlamento. Poi è partito il concerto. La vittoria è stata festeggiata anche in molte altre piazze.

 

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