Il Miur dovrà risarcire i familiari della docente, Olga Maria Sofia D’Emilio, morta nel 2017 a causa della presenza del suddetto materiale tossico nella scuola
Il tribunale del Lavoro di Bologna ha disposto che il Ministero dell’Istruzione (Miur) risarcisca i familiari di Olga Maria Sofia D’Emilio con 930.258 euro. La donna, docente, morì nel 2017 a causa di un mesotelioma provocato dall’amianto che si trovava nella scuola in cui insegnava. Lo comunica l’Ona (Osservatorio nazionale amianto), affermando che questa è la prima condanna del Miur per la presenza di amianto nelle scuole.
Il 17 maggio 2002, all’insegnante fu diagnosticato un tumore mentre esercitava la professione nelle aule e nei laboratori di chimica e fisica della scuola media Farini di Bologna. La docente perse la vita il 21 febbraio 2017. Durante il periodo di malattia la professoressa aveva ricevuto dall’Inail il riconoscimento della malattia professionale e nel 2007 era iniziato l’iter giudiziario per avere il risarcimento danni.
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Dopo il suo decesso, i figli hanno contattato l’Osservatorio nazionale amianto, per avere la tutela dei propri diritti. L’associazione è riuscita così a provare che la donna fu esposta all’amianto e hanno ottenuto il risarcimento. L’azione legale continuerà «per il risarcimento dei danni subiti dagli orfani direttamente per la malattia e la morte della loro congiunta».
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«Il caso della professoressa D’Emilio non è isolato, l’amianto nelle scuole sta provocando una vera e propria epidemia tra docenti e non docenti», dice Ezio Bonanni, presidente Ona. «A decine, infatti, e ben oltre i 91 casi censiti dal VI rapporto mesoteliomi, sono deceduti per questa neoplasia molto rara, che è la punta dell’iceberg per le malattie da amianto. Per questo insistiamo affinché il ministero della Salute, d’intesa con il Miur, disponga al più presto la bonifica e messa in sicurezza di tutti gli istituti scolastici».