Ema, parere negativo per la terapia anti-Alzheimer. Biogen: “Delusi dal verdetto dell’Agenzia”

Ema, parere negativo per la terapia anti-Alzheimer. Biogen: “Delusi dal verdetto dell’Agenzia”. Negli Stati Uniti la Fda aveva autorizzato il trattamento già nel mese di giugno. Biogen più chiedere un riesame entro 15 giorni.

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Ema boccia la terapia anti-Alzheimer (foto via Biopharma Reporter) – meteoweek.com

Ufficiale il parere delle autorità del farmaco europee. Chiaro il verdetto del Comitato per i medicinali a uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea del farmaco Ema, che ufficializza oggi il parere negativo sull’autorizzazione all’immissione in commercio del farmaco anti-Alzheimer Aducanumab. Dopo il parere positivo ottenuto da parte delle autorità statunitensi, che hanno invece approvato il farmaco l’estate scorsa, c’è delusione e disappunto all’interno della Biogen – società che ha richiesto l’autorizzazione.

Biogen, “delusi dal verdetto dell’Ema”

Il percorso di Aducanumab è stato tutto fuorché semplice. Si porta molti anni di ricerca alle spalle, e soltanto l’estate scorsa è stato approvato dalla Fda. Negativo, invece, il responso dell’Ema, già preannunciato un primo “no” ottenuto da Biogen a novembre scorso. Risultando di fatto la prima terapia specifica per la patologia, il farmaco consiste in un anticorpo monoclonale che si lega a una sostanza chiamata beta-amiloide, che causa placche nel cervello alle persone colpite dalla malattia neurodegenerativa di Alzheimer. Gli studi condotti dall’azienda produttrice confermerebbero tuttavia che Aducanumab sia in grado di coadiuvare l’eliminazione delle placche e di ritardare il peggioramento della malattia.

Per l’Ema, tuttavia, la risposta all’autorizzazione è negativa. L’esito è stato comunicato nell’ultima riunione Chmp, dove è stato tuttavia anche puntualizzato che la società che ha richiesto l’autorizzazione, e quindi Biogen, “può chiedere un riesame entro 15 giorni dal ricevimento del parere“. Secondo l’Agenzia europea per i medicinali, il “no” è stato dato dalla mancanza dei reali dati di causa-effetto. L’Ema ha infatti osservato che, “sebbene Aduhelm riduca la beta-amiloide nel cervello, il legame tra questo effetto e il miglioramento clinico non è stato stabilito. I risultati degli studi principali sono stati contrastanti e non hanno mostrato nel complesso che Aduhelm fosse efficace nel trattamento di adulti con malattia di Alzheimer in fase iniziale”.

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La Biogen aveva già annunciato lo scorso 17 novembre che una riunione relativa alla sua domanda di autorizzazione all’immissione in commercio per Aducanumab, tenuta dal Chmp, aveva portato a un voto negativo. Il comitato, in quell’occasione, non aveva tuttavia fornito ulteriori dettagli. “Anche se siamo delusi dal voto, crediamo fermamente nella forza dei nostri dati e che Aducanumab abbia il potenziale per fare una differenza positiva e significativa per le persone e le famiglie colpite dalla malattia di Alzheimer”, aveva affermato in quell’occasione Priya Singhal, MD, MPH, Head of Global Safety & Regulatory Sciences e responsabile ad interim del dipartimento di ricerca e sviluppo presso Biogen.

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In tal senso, si ricorda che l’anticorpo monoclonale è stato approvato dalla Fda statunitense a giugno, diventando così la prima terapia in grado di trattare il processo patologico di base dell’Alzheimer (invece di trattare semplicemente i sintomi della malattia come fanno già diverse terapie). Tuttavia, l’approvazione non è stata senza controversie e l’approvazione accelerata della Fda richiede un nuovo studio clinico randomizzato controllato di Fase 4, così da verificare il reale beneficio clinico del farmaco.

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