Dramma durante sciopero, 63enne si sente male e muore di fronte ai partecipanti

«Dicono che i soccorsi sono arrivati con molto ritardo, ci riferiscono tra 40 e 50 minuti dopo», ha raccontato Angelo Sposato, segretario Cgil Calabria

Morto sciopero-Meteoweek.com

Dramma nel corso di un corteo tenutosi questa mattina con Cgil e Uil a Bari. Un uomo di 63 anni si è sentito male ed è deceduto sul lungomare della città per un infarto. L’uomo, calabrese, veniva da Cosenza per prendere parte allo sciopero generale che si è tenuto in piazza della Libertà. Un amico dell’uomo ha allertato i soccorsi. Ma quando i soccorritori sono giunti sul posto, era troppo tardi.

«Purtroppo, ci dicono che i soccorsi sono arrivati con molto ritardo, ci riferiscono tra 40 e 50 minuti dopo», spiega Angelo Sposato, segretario Cgil Calabria. Da quanto è emerso, pare che l’ambulanza abbia impiegato circa 30 minuti per arrivare. Non si esclude che sul ritardo abbia potuto incidere anche la rimodulazione del traffico, per permettere lo svolgimento del corteo.

Alla manifestazione hanno preso parte migliaia di lavoratori da Puglia, Basilicata, Calabria e Molise, protestando per le misure contenute nella manovra finanziaria del Governo, considerata non adeguata.

Presenti anche i segretari nazionali Cgil e Uil, Gianna Fracassi e Domenico Proietti. Fracassi ha sottolineato che i sindacati non devono accontentarsi di «un accordo sul fisco che dà pochissimo ai redditi bassi e medio-bassi e siamo stupiti dal fatto che il Governo si stupisca dello sciopero: siamo in piazza per questioni molto concrete che si chiamano fisco, contrasto alla precarietà, pensioni, crisi industriali. E aggiungo il Mezzogiorno che è scomparso dall’agenda politica. In piazza oggi ci sono lavoratori, pensionati e tanti studenti, sono il Paese in carne e ossa, ascoltatelo», ha chiosato.

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Proietti ha invece commentato che «l’obiettivo dello sciopero è cambiare la legge di Bilancio che non è adeguata agli interessi del Paese. La ripresa in atto produce occupazione ancora una volta flessibile e instabile; poi c’è la riforma fiscale che è solo un aggiustamento delle aliquote che concentra sette miliardi nella fascia di reddito tra 40 e 50mila euro, ma l’85% dei lavoratori e dei pensionati sono sotto la soglia dei 35mila euro».

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«L’altro grande tema è quello delle pensioni. Dobbiamo reintrodurre una flessibilità di accesso più diffusa: nella legge di Bilancio c’è un pezzetto di allargamento dell’Ape sociale ma non ci sono le risorse per rendere esigibile questo diritto dei lavoratori», ha concluso.

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