Condanne per 31 anni in totale. Le vittime venivano picchiate e derise, poi riprese e pubblicate sui social
Tortura, sequestro di persona e violazione di domicilio: con queste accuse sono state condannate quattro persone per i maltrattamenti inflitti ad alcuni disabili nella città di Licata, vicino Agrigento. Un totale di 31 anni di carcere, la pena più alta è di 9 anni.
I quattro responsabili agivano in branco per pestare le povere vittime, in pieno giorno e a volte riprendendosi col cellulare e pubblicare sui social, salvo poi minacciare chi diceva di volerli denunciare. Le violenze avvenivano nell’indifferenza dei passanti, i disabili venivano derisi, legati col nastro isolante e fatti ruzzolare come barili in mezzo alla strada, picchiati con un bastone, imbrattati di vernice, legati a una sedia e colpiti con un secchio in testa.
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“Per strada passavano decine e decine di persone, ma nessuno s’è fermato a prestare aiuto alle vittime, portatori di handicap o incapaci di intendere e di volere – ha raccontato il comandante provinciale dell’Arma Vittorio Stingo – Non c’è stata nessuna collaborazione e questa indifferenza collettiva per la sofferenza altrui ci ha colpito. Il branco era costituito da giovani, sposati e padri di figli, che riprendevano le loro violenze con i cellulari per poi diffondere i video sui social per schernire questi soggetti deboli. Social che da mezzi di comunicazione diventano strumento di diffusione di violenza“.
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