La notizia era nell’aria già da tempo. Adesso si dovrà attendere il grado inferiore di giudizio ma per Julian Assange, lo spettro degli Usa è sempre più concreto
Alla fine, l’Alta Corte di Londra ha ribaltato la sentenza di primo grado che aveva concesso lo scorso gennaio a Julian Assange la possibilità di sfuggire alle grinfie degli americani. La notizia era nell’aria da molti mesi, ma colpisce come un pugno allo stomaco chiunque abbia seguito le tormentate vicende del fondatore Wikileaks, esponente storico di una libera informazione in grado di far tremare il governo americano dall’interno, e al contempo terrorista super e vituperato dalla tanto decantata democrazia americano che però nulla può, quando di mezzo si mette il Pentagono. Il team di legale americani alla fine ha vinto, e adesso il caso verrà demandato al tribunale di grado inferiore che dovrà ascoltare le parti e pronunciarsi nuovamente sulla questione. Questione non da poco, considerato cosa gli americani possono riservare ad Assange una volta che possono finalmente renderlo un vero e proprio prigioniero politico.
Il giornalista e programmatore australiano presenterà adesso ricorso, ma l’impressione è che purtroppo con questa sentenza, la sua condanna a morte sia più vicina. Anzi, magari fosse una condanna a morte di quelle che purtroppo svelava alla nascita di Wikileaks, quando gli Afghan War Logs mostrarono per la prima volta al mondo, con dettagli non di poco conto, che tipo di crudeltà sono in grado di riservare agli altri le milizie americane. La compagna di vita di Assange, Stella Moris, e membro del team legale che lo difende, ha immediatamente attaccato il responso del giudice definendolo “un grave errore giudiziario”, attraverso un post pubblicato su Twitter direttamente dall’account di Wikileaks.
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Subito dopo la comunicazione che naturalmente il ricorso verrà subito presentato alle autorità giudiziarie del Regno Unito, nella speranza che possano comprendere a che tipo di pericolo va incontro Assange nel momento in cui gli Usa ottengono la sua estradizione.
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