Scuola nei container: tra allagamenti e blackout, gli studenti non riescono a fare lezione. Questa è la situazione dell’istituto Paladini Civitali di Lucca, che versa in gravi condizioni ormai dal 2018.
Continuano le vicissitudini degli studenti dell’istituto Paladini Civitali di Lucca. Ormai è dal 2018, infatti, che i giovani sono costretti a seguire le lezioni in container nell’area del Campo di Marte, a seguito dell’avviamento del cantiere che metterà in sicurezza l’edificio. Sono ormai tre anni, però, che la popolazione scolastica è costretta a vivere in condizioni precarie, ora più che mai con l’arrivo della stagione fredda: tra allagamenti e continui blackout, sembra difficile anche solo portare a termine il normale svolgimento delle lezioni.
L’ultima manifestazione in merito a tali condizioni si è svolta il 21 novembre scorso, dove a riunirsi in piazza è stata anche l’Unione degli studenti. E per assurdo, proprio pochi giorni dopo la protesta, i container (così come anche le classi ospitate nella palazzina del Campo di Marte) si sono ritrovate senza luce e senza riscaldamento. Una situazione diventata ormai insostenibile.
Studenti in protesta, basta alla scuola nei container
Sono in tutto quindici le classi disposte in via d’emergenza all’interno dei moduli e nelle palazzine del Campo di Marte. Si tratta però di ambienti troppo stretti non adatti all’utilizzo scolastico. Una situazione, questa, che rende difficoltoso il normale svolgimento delle lezioni, soprattutto perché aggravata da ulteriori disagi quali allagamenti, blackout e mancanza di riscaldamenti. Eppure, viene riportato da Lucca in diretta, la scuola Paladini (in particolare l’indirizzo di scienze umane) da due anni ha registrato una buona crescita di iscrizioni. Tale situazione, comunque, dovrebbe presto (almeno si spera) cambiare: la Provincia ha infatti approvato il progetto definitivo per i lavori al complesso di san Nicolao, anche se per il trasferimento delle classi ci vorrà ancora qualche tempo.
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“Pare che i lavori inizieranno veramente ad anno nuovo”, ha raccontato al giornale la dirigente scolastica, Emiliana Pucci. E ha poi spiegato: “Questo vorrebbe comunque dire che prima della conclusione ci vorranno sempre un paio di anni e non si può passarli in condizioni simili. La Provincia deve ascoltare i giovani e parlargli spiegando le prospettive future sull’edilizia scolastica, hanno bisogno di un interlocutore istituzionale. Noi dal nostro punto di vista abbiamo investito quest’anno 70mila euro per nuove lavagne interattive e arredi”.
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Per cercare di risolvere la situazione quanto prima, i ragazzi avevano manifestato davanti al palazzo della Provincia già a settembre. “Molte volte quando entriamo in aula non c’è luce, in alcune aule sono stati trovati fili elettrici finiti nelle pozzanghere create dai continui allagamenti e alcuni soffitti sono stati riparati con il nastro adesivo, viviamo come delle sardine in delle scatolette”, ha raccontato uno degli studenti, durante un servizio andato in onda su Striscia la Notizia. Il presidente della Provincia, Luca Manesini, ha tuttavia risposto: “C’è stato un ritardo rispetto alla prima graduatoria nella quale c’è stato attribuito il finanziamento nel 2018. Noi contiamo di partire con i lavori a gennaio 2022 e che entro settembre del 2023 i ragazzi possano rientrare in aula”.