Durato due ore e cinque minuti il colloquio d’urgenza tra Putin e Biden: i due leader si sono confrontati con la situazione relativa all’ammassamento di truppe russe al confine ucraino, e alle attività militari della Nato sul fianco orientale.
Il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo statunitense Joe Biden hanno tenuto, appena poche ore fa, un colloquio urgente, mentre l’Ucraina teme un’invasione da parte delle forze militari russe. Nel loro incontro in video conferenza (quinto contatto tra i due presidenti da quando Biden si è insediato a gennaio scorso), il capo della Casa Bianca ha messo sul tavolo “dure misure economiche e di altro genere” contro la Russia, impugnando anche il sostegno degli alleati europei sull’opzione di misure punitive da sfoderare contro eventuali piani d’invasione dell’ex repubblica sovietica.
Usa minaccia di sanzioni, tre possibili scenari
Si fa sempre più tesa la relazione tra Russia e Stati Uniti. E una conversazione in videoconferenza, da sola, non porrà certo fine a questa crisi. Tutto ora dipende da ciò che Putin trarrà da questa discussione e dai segnali che riceverà e invierà nei prossimi giorni – e forse anche nelle settimane a venire.
Secondo Michael Kofman, uno degli osservatori occidentali meglio informati sugli affari militari russi, e che lavora presso il Centro per le analisi navali degli Stati Uniti, una forte preoccupazione in merito a questo “stallo” tra le due potenze è più che giustificata. Alla luce di quanto emerso durante l’ultimo colloquio d’urgenza, spiega Kofman, tre sono gli scenari che potrebbero verificarsi. Nel primo caso, la Russia potrebbe semplicemente fare marcia indietro di fronte alla minaccia di sanzioni economiche occidentali concertate e punitive. Nel secondo caso, si potrebbe instaurare una sorta di rinnovato processo diplomatico che eviti il conflitto tra le nazioni. Infine, il terzo scenario sarebbe quello più grave, e vedrebbe Putin muoversi verso l’Ucraina.
Il colloquio tra Putin e Biden
“I miei saluti, signor presidente”, ha esordito Putin mentre, dalla sua residenza di Sochi, salutava Biden in video-collegamento dalla Situation Room della Casa Bianca. “Felice di rivederti. L’ultima volta non ci siamo incontrati dal vivo al G20, confido che il prossimi incontro sarà di persona”, ha risposto invece il presidente degli Stati Uniti. Per due ore e cinque minuti i due leader si sono parlati attraverso una “linea sicura” inaugurata per l’occasione – mentre sale allarme Usa per l’ammassamento di truppe russe al confine ucraino e cresce l’irritazione di Mosca per le attività militari della Nato sul fianco orientale.
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Insieme ai partner europei (tra cui Italia, Germania, Francia e Regno Unito) Washington sta studiando un pacchetto di sanzioni che andrebbero a colpire gli oligarchi più vicini a Putin (oltre che le banche russe) e che prevedrebbe l’esclusione di Mosca dal circuito Swift per i trasferimenti finanziari su scala globale. E sul tavolo salta anche la “minaccia” relativa al rifornimento di gas. “Se il presidente Putin vuole vedere fluire gas nel Nord Stream 2 non deve invadere l’Ucraina“, ha esordito il consigliere per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan, mentre ha spiegato che gli Stati Uniti “sono pronti a fare cose che non hanno fatto nel 2014” per l’annessione della Crimea.
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Dura la risposta della Russia. Posto davanti alle minacce americane, Putin ha sottolineato le responsabilità di Kiev, che “vuole distruggere gli accordi di Minsk”, e ha invitato perciò a “non addossare alla Russia” il degrado delle relazioni con l’Occidente. “La Nato sta facendo pericolosi tentativi di conquistare il territorio ucraino e sta aumentando il suo potenziale militare ai nostri confini”, ha ribadito Putin. Dal canto suo, il direttore del Carnegie Center di Mosca, Dmitri Trenin, ha definito “utile” il colloquio tra i leader: “Riconoscere le reciproche preoccupazioni relative alla sicurezza è cruciale, riattivare un canale sull’Ucraina può aiutare a evitare fraintendimenti e la cooperazione sull’Iran è segno di un’agenda positiva” ha scritto infatti in una nota ufficiale.