Il 16enne, assassino e coetaneo della vittima, sarà processato per omicidio aggravato da premeditazione e futili motivi
Nessuno sconto per la morte della 16enne Chiara Gualzetti. La Procura dei minori ha chiesto il giudizio immediato per il suo omicida, dopo la conclusione delle indagini. Chiara è stata picchiata e accoltellata ai piedi dell’abbazia di Monteveglio, vicino Bologna, il 17 giugno da un coetaneo.
Per il pm Simone Purgato, l’omicida ha l’aggravante della premeditazione, dei futili motivi e della minore età della vittima. Nel corso degli accertamenti era stata disposta una consulenza psichiatrica secondo cui l’indagato, che aveva confessato il delitto dicendo di aver sentito “voci” e “demoni”, era capace di intendere e di volere.
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Secondo gli inquirenti, il giorno dell’omicidio il responsabile aveva dato un appuntamento a Chiara per incontrarsi. Dopo essere passato a prenderla a casa, si sono recati insieme al parco dell’Abbazia, poco distante dalla casa della studentessa. In un video venne documentata la loro ultima passeggiata. Nell’area verde il ragazzo la colpì e ferì a morte con un coltello, che aveva nello zaino, e l’aggredì con calci e pugni. I genitori della ragazza, non avendo sue notizie e trovando il cellulare spento, iniziarono subito a cercarla mobilitando tutto il paese. Il corpo di Chiara venne trovato da un volontario il giorno seguente.
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Il giudizio immediato chiesto dalla Procura guidata dalla procuratrice Silvia Marzocchi è un procedimento speciale caratterizzato dall’assenza dell’udienza preliminare che si può chiedere quando si ritiene ci sia evidenza della prova e la persona sottoposta alle indagini è stata interrogata.