Riforma fiscale: taglio e rimodulazione dell’Irpef 2022, ritocchi anche alle aliquote. Ecco un prospetto che traduce in entrate mensili quanto proposto dal governo Draghi. Vantaggi maggiori agli appartenenti al reddito medio-alto.
L’operazione Draghi per il nuovo sistema di tassazione introduce tagli e rimodulazioni, e aggiunge quattro nuove aliquote Irpef per l’anno fiscale 2022. La Manovra fiscale 2022, nelle intenzioni del governo, è quella di investire sui tagli. Con un budget che va dai 7 agli 8 miliardi di euro, l’esecutivo è intenzionato a ridurre il carico fiscale sui contribuenti italiani e sulle aziende. Dalle prime proiezioni offerte da analisti ed esperti, emergono dunque risparmi più o meno diffusi (soprattutto nella fascia di reddito medio-alta), sebbene non si possa parlare di riduzioni che siano in grado di incidere in maniera significativa sui bilanci familiari.
Come spiegato dal Corriere della Sera, però, bisogna comunque tenere a mente che nelle buste paga del prossimo anno una buona parte la giocherà anche l’avvio a regime dell’Assegno Unico Familiare. Tale strumento, infatti, prevede l’assorbimento (e quindi il taglio) delle detrazioni per i figli a carico, così come quello degli assegni al nucleo familiare. Al momento, tuttavia, non è possibile fare altro che previsioni: il quadro che si presenta attualmente è soggetto a “variabili”, e non è possibile definirlo in maniera esatta. Sebbene, come spiega Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, al momento con la Manovra fiscale 2022 “si può affermare che al lavoro autonomo non viene riconosciuta la vera forza che ha”.
Tabelle e calcoli: cosa aspettarsi dall’Irpef 2022
Cercando di realizzare un prospetto di quello che saranno le entrate mensili aggiuntive con le nuove aliquote stabilite dal governo, un quadro più chiaro viene offerto senz’altro dalle tabelle realizzate da Fiscoequo. La riforma fiscale da 7 miliardi di euro, prevede che tale cifra verrà usata per ridurre due aliquote (dal 27 al 25% e dal 38 al 35%) così come per eliminare quella al 41% (che verrà rimpiazzata con il 43% a partire dai 50.000 euro lordi l’anno). Alla luce di ciò, Fiscoequo ha proposto alcune simulazioni per permettere di capire e prevedere quanti soldi gli italiani potranno contare in più ogni mese. Tale riforma, viene evidenziato, abbraccia soprattutto coloro che rientrano nella fascia di reddito medio-alto.
- Reddito fino a 15.000 euro. Per i redditi più bassi, quelli fino a 15mila euro annui lordi, non ci saranno nel 2022 differenza con l’anno precedente
- Reddito fino a 20.000 euro. Vantaggi economici modesti per questo scaglione: solo 8 euro in più al mese, che si dimezzano a 4 per chi non supera i 17.500 annui
- Reddito fino a 25.000 euro. In questo caso il guadagno mensile è quantificabile in 17 euro che diventano 22 euro per chi dichiara 28.000 euro.
- Reddito fino a 30.000 euro. Con l’aumentare del reddito, cresce anche il “bonus” determinato dalla riforma fiscale che per questo segmento si traduce in 27 euro in più al mese che diventano 39 euro al mese per chi guadagna fino a 35.000 euro all’anno.
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- Reddito fino a 40.000 euro. Nella fascia superiore l’incremento diventa pari a 52 euro mensili. Per chi ne guadagna fino a 45mila il beneficio è di 52 euro mensili.
- Reddito fino a 50.000 euro. I fortunati che hanno un reddito annuo di 50.000 euro avranno i maggiori vantaggi: +77 euro.
- Reddito oltre i 50.000 euro. Da questa fascia inizia il decremento della curva: +56 euro per redditi fino a 55.000 euro; +48 euro per i redditi fino a 60.000 euro; +39 euro per i redditi fino a 65.000 euro; +31 euro per i redditi fino a 70.000 euro e, infine, +23 euro per i redditi da 75.000 a 500.000 euro.
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Ad ogni modo, continua la lotta da parte dei sindacati, ancora sul piede di guerra per garantire un risparmio più equo. Come ben calcolato dalle tabelle di Fiscoequo, infatti, con le nuove rimodulazioni Irpef 2022 il risparmio maggiore sarà per i ceti medi, mentre pochissime risposte da parte dell’esecutivo sono andate alle fasce più povere della popolazione. L’obiettivo sarebbe quindi quello di risolvere il divario che si verifica soprattutto nella fascia di reddito compresa tra i 28 mila e i 55 mila euro l’anno.