Eitan ritorna in Italia, il bambino è decollato dall’aeroporto di Ben Gurion (Tel Aviv) intorno alle sette di sera ora locale.
Il piccolo Eitan è accompagnato nel viaggio dalla zia Aya Biran Nirko, suo marito Or e le loro 2 figlie. Lo riporta una nota del portavoce della famiglia Biran che conferma la partenza del bambino. “Eitan torna a casa della zia, che è accanto alla casa dove è cresciuto da quando aveva un mese che è anche vicina alla casa dei nonni da parte del padre che li aspettano il suo ritorno”.
Eitan ritorna in Italia, quindi, con “il suo tutore legale”, la zia Aya. Il portavoce della famiglia, Itai Ha Or ha, poi, accennato il percorso burocratico che seguirà il rientro. “Le procedure per la restituzione dei passaporti e per garantire un passaggio agevole, veloce e sicuro all’aeroporto e al controllo di frontiera in Israele sono state supervisionate a distanza dagli avvocati della famiglia Biran, Shmuel Moran e Avi Chimi”. “Dopo 84 giorni da quando è stato allontanato illegalmente dalla sua casa, Eitan tornerà ora alla routine della sua vita, a tutti gli ambienti medici, terapeutici ed educativi, ai suoi amici del quartiere e alla scuola, alla comunità in cui è cresciuto, e al suo adorato gatto Oliver”.
Dopo il rapimento Eitan ritorna in Italia
Eitan Biran, è l’unico della sua famiglia ad essere sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone. Durante quel drammatico incidente, il bambino di soli 5 anni ha perso la madre, il padre e il fratello piccolo. I genitori di Eitan erano israeliani ma l’intera famiglia viveva a Travacò Siccomario (Pavia). La zia paterna Aya Biran Nirko si prende cura di lui ed il giudice la nomina tutrice legale. Il nonno materno decide allora di rapire Eitan. Con un veicolo noleggiato raggiunge Lugano, poi sale su un volo privato diretto a Tel Aviv. Il giorno successivo, la procura di Pavia apre l’indagine per “sequestro di persona” nei confronti del nonno e della nonna materna. Inizia così un contenzioso per l’affido del bambino tra la famiglia materna e paterna.
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La zia Aya decide allora di recarsi in Israele per richiedere che Eitan possa fare “ritorno a casa”. 5 giorni dopo inizia il processo a Tel Aviv per stabilire se Eitan deve tornare in Italia o restare coi nonni materni. La prima decisione stabilisce che, in attesa della sentenza definitiva, Eitan resti in gestione condivisa: 3 giorni a turno col nonno e con la zia. Le posizioni delle famiglie rimangono divergenti. Per la Zia Aya, il nonno paterno ha rapito il piccolo ed Eitan deve quindi fare ritorno in Italia dove ha sempre vissuto. Dall’altro lato c’è la famiglia materna che sostiene che i genitori del piccolo avevano intenzione di rientrare in Israele. Il 25 ottobre, infine, il giudice di Tel Aviv decide che il Eitan deve rientrare in Italia.