Il corpo carbonizzato di Andrea Paternò , 40 anni, fu scoperto il 13 luglio 2020. A stanare gli indagati, i filmati delle telecamere di un distributore di benzina sito sulla strada
Nuovi sviluppi nell’inchiesta sull’omicidio di Andrea Paternò, morto a 40 anni nelle campagne di Enna, nel luglio 2020. Durante la notte i carabinieri hanno arrestato quattro persone, che da quanto risulta dalle indagini, avrebbero ucciso Paternò. Il cadavere del 40enne fu scoperto un anno fa in contrada Arcera di Enna, all’interno di un Suv bruciato. Paternò aveva qualche precedente, ed era sparito da diversi giorni. Il fuoristrada era del padre del 40enne, ma era la vittima a usarlo.
A segnalare il fuoristrada bruciato era stato un uomo che stava andando in una sua proprietà. Il gip ha disposto le ordinanze cautelari su richiesta della Dda. Da quanto è emerso dall’inchiesta, il movente del delitto potrebbe essere la richiesta di restituzione di un prestito di 20mila euro, fatta da Paternò.
Pare che i responsabili abbiano attirato l’uomo in un tranello, ucciso a colpi di pistola e accoltellato. In seguito avrebbero spostato il cadavere e bruciato. A due degli arrestati si contesta l’incendio doloso di alcuni campi di grano bruciati l’estate scorsa. Tutti della stessa famiglia, i presunti killer, attualmente in carcere, avrebbero commesso il delitto di Paternò la sera stessa in cui è sparito, ossia l’11 luglio 2020.
Paternò sarebbe andato nell’azienda agricola degli arrestati, di Pietraperzia, per richiedere la restituzione della somma prestata a un pregiudicato di 63 anni. La vittima avrebbe contattato il debitore al telefono avvisandolo che si sarebbe recato da lui ma il comportamento minaccioso nel richiedere la somma dovuta, avrebbe indispettito il debitore che lo aveva convinto ad aspettare poco tempo dandogli appuntamento di lì a poco.
Quando il 40enne è tornato nell’azienda lo hanno assalito e ucciso a coltellate e a colpi di pistola. L’inchiesta ha consentito di verificare che dopo che Paternò era andato via erano partite le immediate telefonate tra il 63enne e tre allevatori di 24,25 e 36 anni. Quando Paternò si è presentato di nuovo nell’azienda agricola, la discussione ha generato una vera e propria lite e da lì è scaturito il delitto.
Dopo averlo ucciso, lo hanno caricato sul fuoristrada e lo hanno bruciato, per cancellare impronte e tracce biologiche di chi era alla guida. Ma incastrare gli arrestati anche i video delle telecamere di un distributore di benzina sito sulla strada che collega Pietraperzia a Enna.
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I familiari di Paternò avevano denunciato la sua scomparsa dato che non ne avevano notizie da qualche giorno. Il 40enne aveva precedenti per rissa, lesioni, evasioni dai domiciliari ma non era membro di criminalità organizzata. Ecco perché da subito i carabinieri avevano battuto la pista della vendetta personale.
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