In Belgio non ci sarà il sesso sui documenti. Scoppia la polemica in Italia

La proposta di legge avanzata dal Belgio sta facendo discutere l’Europa tutta e in particolare l’Italia dove è scoppiata la polemica tra pro e contrari. 

Eliminare qualsiasi riferimento al sesso o genere nei documenti: è questa la proposta di legge che arriva dal Belgio e che sta facendo discutere tutta l’Europa. Con questa mossa si vuole promuovere l’inclusività. In Italia, intanto, scoppia la polemica e gli esponenti politici e non si schierano su posizioni opposte.

«Proposta interessante»

A considerare positivamente la proposta di legge vi sono anche Vladimir Luxuria e Marilena Grassadonia, Responsabile Nazionale «Diritti e Libertà» di Sinistra Italiana. Proprio quest’ultima, afferma: «Se vogliamo fare dei passi avanti verso i diritti e verso città più inclusive, dobbiamo essere in grado di leggere la realtà. Andando oltre le posizioni ideologiche pensando che il mondo va nella sola direzione immaginaria». Proposta che lei stessa definisce «interessante» e che «mette in luce il cambiamento in atto». Anche Vladimir Luxuria si schiera a favore della proposta. «Quando compilo l’F24 per pagare le tasse si richiede, oltre al nome e al cognome, anche di barrare la casella M o F. E io mi sono sempre chiesta: se pago le tasse, le pago. Punto. Perché interessa sapere se sono maschio o femmina?». «Come non c’è sulla patente, allo stesso modo potrebbe accadere per la carta di identità. – aggiunge Luxuria – Ai fini del riconoscimento in ambito investigativo, credo che le questure abbiano già tutto il materiale conoscitivo necessario, visto che oggi si può cambiare il genere indipendentemente dalle operazioni genitali».

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La polemica

Non sono della stessa idea, invece, Vittorio Sgarbi o Mario Adinolfi. Il primo definisce la proposta del Belgio «una erosione dei valori cristiani, che fa il paio con quella tentata dalla Commissione Europea sul Natale». Il secondo, invece, afferma: «Cancellando il sesso dalle carte di identità non si fa altro che eliminare l’identità reale di una persona». «Insomma una mascheratura» aggiunge. «Le mascherature – precisa Adinolfi – servono per le carnevalate, sono l’opposto della realtà e la realtà dice che il sesso maschile resta maschile e quello femminile resta femminile». «È necessario dichiararlo, indubbiamente. Affinché tutti abbiano contezza della verità dei fatti del nostro essere» conclude.

Luana Marini

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