La famiglia di Ezra Blount, bambino 9 anni morto dopo gravissime lesioni riportato al tragico concerto dell’Astroworld Festival
La sera del 5 novembre scorso, il rapper americano Travis Scott si stava esibendo all’Astroworld Festival, a Houston, in Texas. Sin dal pomeriggio si erano venuti a creare dei disordini perché migliaia di ragazzi erano riusciti ad abbattere i cancelli e ad entrare senza biglietto. Questo ha creato una tale folla, che non si riusciva a passare. La gente, sentendosi oppressa, ha iniziato a spingere verso l’area palco. Alcune persone hanno cominciato a svenire, il che ha fatto aumentare il panico. Da lì la situazione è peggiorata, al punto che si è creata una massa di persone che provavano a uscire dai cancelli e così travolgevano e calpestavano coloro che cadevano.
Il bilancio è stato tragico: 8 morti e oltre 300 persone ferite. Tra i morti, anche il piccolo Ezra Blount, 9 anni. Il bimbo è morto a causa delle gravissime ferite che aveva riportato nella tragedia occorsa all’Astroworld. La famiglia del piccolo ha in seguito rifiutato, come spiega il loro legale, l’offerta del rapper di pagare le spese del funerale del bambino.
In una missiva, l’avvocato dei Blount, Bob Hilliard, ha scritto di non avere dubbi sui rimorsi del cantante:«Potrebbe esserci, e spero che ci sia, redenzione e crescita per lui» e «forse un giorno, una volta che il tempo consentirà un po’ di guarigione per le vittime e l’accettazione di responsabilità da parte del signor Scott e di altri, Treston (il padre del piccolo, ndr) e il signor Scott potrebbero incontrarsi. Per ora, il signor Scott deve rispettare il fatto che il suo dolore e la sua devastazione impallidiscono di fronte a Treston, la madre di Ezra e le altre vittime».
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Per quanto riguarda il concerto, sono diverse le cose da chiarire, a partire dal come mai Scott ha proseguito a cantare per oltre mezz’ora anche dopo che le ambulanze erano arrivate per soccorrere i primi feriti? Che cosa hanno fatto i poliziotti? «Abbiamo un rapporto di un agente di sicurezza che ha sentito una puntura al collo e poi è svenuto» ha fatto sapere il capo della polizia di Houston Troy Finner, «Da una prima analisi, pare che gli sia stato iniettato il Narcan, un potente anti oppiaceo».
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Non sarebbe la prima volta che ai concerti di Travis Scott accadano simili incidenti. Nonostante non si fosse mai giunti a tragedie di questo genere, il rapper in passato era finito in manette poiché accusato di incitare a ribellioni ai suoi concerti. Da quanto riporta la Cnn, anche le ultime accuse riguarderebbero il fatto che il rapper «incoraggia attivamente i suoi fan a “dare sfogo alla loro rabbia” durante i concerti». Per ora, Scott ha scritto una nota sui social dicendo di essere «assolutamente devastato da ciò che è accaduto la scorsa notte» e si è offerto di pagare i funerali delle persone che hanno perso la vita al suo concerto.