Luca Morisi, pm chiede l’archiviazione: non era sua la droga dello stupro

I pm hanno chiesto l’archiviazione del caso per Luca Morisi: non era dell’ex guru della Lega la droga dello stupro.

Luca Morisi, l’ex responsabile della comunicazione di Matteo Salvini, non sarà processato. La Procura di Verona chiederà nelle prossime ore l’archiviazione dell’inchiesta “per particolare tenuità del fatto” sulla notte a base di sesso e droga con due giovani rumeni, il 14 agosto scorso a Belfiore.

Caso Morisi, chiesta l’archiviazione per “tenuità del fatto”

Si chiude così la vicenda giudiziaria che ha costretto il creatore della micidiale «Bestia», che aveva fatto conquistare milioni di follower al leader della Lega anche con le campagne contro drogati e stranieri, a uscire di scena. Morisi aveva ammesso di aver acquistato la cocaina per la serata, ma ha negato di aver procuratore la «droga dello stupro». La tesi è stata confermata dalle chat di quella notte quando è proprio uno dei due rumeni a scrivere: «Ti portiamo G. Tu cosa usi?».

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Il Corriere della Sera ha ricostruito la vicenda giudiziaria di Luca Morisi, a partire dalla notte del 14 agosto quando Morisi contatta via chat un escort che vive a Milano e chiede di essere raggiunto nella casa in provincia di Verona. Si accorda per un pagamento di 2.500 euro e accetta che siano i ragazzi a portare la «droga dello stupro». Lui invece si è già procurato la cocaina. Verso le 4 arrivano Alexander e Petre e i tre si sballano. Poi, alle 15:30, la chiamata al 112: «C’è stato un furto, dovete venire». Quando i Carabinieri arrivano sotto casa trovano Morisi e i due giovani che litigano in mezzo alla strada. A telefonare è stato Petre, il quale dice di voler sporgere denuncia nei confronti di Morisi, consegnando un flacone di Lgh custodito nel suo zaino: «Abbiamo consumato cocaina, ce l’ha data lui», accusa.

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Quando i militari sono entrati a casa di Morisi lui non ha negato quanto accaduto, anzi. Ha consegnato loro la bustina con l’avanzo di 0,31 grammi di cocaina, la quale ha fatto scattare per tutti e tre la denuncia per cessione di stupefacenti. L’1 settembre Morisi si è dimesso da capo della comunicazione di Matteo Salvini, per «motivi personali». Quando si scopre che c’è un’inchiesta dirama una nota: «Non ho commesso alcun reato ma la vicenda personale che mi riguarda rappresenta una grave caduta come uomo. Chiedo innanzitutto scusa per la mia debolezza e i miei errori a Matteo Salvini e a tutta la comunità della Lega, a mio padre e ai miei famigliari, al mio amico di sempre Andrea Paganella a fianco del quale ho avviato la mia attività professionale, a tutte le persone che mi vogliono bene e a me stesso».

Sono stati interrogati anche i due rumeni, i quali hanno ricostruito la notte nei dettagli, non negando di aver portato la droga. I due sostengono, però, che fu Morisi a fornire loro la cocaina. Il creatore della Bestia si presenta è presentato in procura un mese fa ed ha ammesso di aver acquistato la cocaina, spiegando che «era per la serata». L’avvocato Pinelli sostiene la tesi che non ci sia stato «accordo preventivo» tra i tre per consumarla insieme, pertanto è escluso l’illecito del consumo di gruppo, come sostiene la procura con la sua richiesta di archiviazione.

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