La Contessa Francesca Vacca Agusta è stata protagonista molto richiesta nelle cronache dell’epoca sia per la sua vita privata, gli amori e gli scandali, sia per la triste vicenda legata alla sua morte. Un decesso su cui vennero fatte diverse ipotesi, dalle più oscure e torbide, alla più ‘banale’ e per questo meno accettabile, che è quella con cui venne poi archiviato il caso.
La Contessa Francesca Vacca Graffagni Agusta, si sposò nel 1974 con il conte Corrado Agusta, un industriale e costruttore di elicotteri, titolare dell’omonima azienda. Qualche giorno dopo la morte della contessa, su la Repubblica Wanda Valli riassunse così il suo arrivo a Portofino e il suo incontro con il conte, che aveva vent’anni più di lei:
“Si chiama Francesca Vacca, ha un corpo statuario, un viso stupendo. Nessuno la conosce. Le inventano subito un passato da indossatrice a Milano, in realtà fa la commessa a Genova. Corradino Agusta, conte avanti d’età e di grandi ricchezze – è il re degli elicotteri – la vede e se ne innamora. Per lei lascia la moglie e il figlio Rocky”
I problemi tra di loro arrivarono all’inizio degli anni ottanta e nel 1984 i due si separarono legalmente. Il conte morì nel 1989, senza aver avuto figli dalla contessa che venne immediatamente coinvolta in diverse contese legali di materia ereditaria con il figlio che il conte ebbe nel suo precedente matrimonio, Riccardo “Rocky” Agusta. La contessa ottenne comunque diversi possedimenti, tra cui Villa Altachiara, di Portofino.
Gli amori della contessa
La contessa Vacca Agusta iniziò a convivere con un giovane yuppie del jet set della Costa Azzurra, Maurizio Raggio, un ristoratore di Portofino. Nella metà degli anni ottanta arrivò anche il sodalizio con Bettino Craxi a cui era legato Raggio il quale aveva sempre avuto rapporti molto stretti con la famiglia Craxi. Era inoltre stato indagato all’interno di Mani Pulite, trascinandovi anche la contessa, poiché sospettati di aver aiutato a trasportare all’estero, dei beni di Craxi. Nel corso degli ultimi anni di vita, la contessa finì al centro delle cronache per via della sua separazione con Raggio e il legame successivo con Tirso Chazaro.
Mani pulite
Nei confronti della contessa, nel 1994, venne emanato un mandato di cattura dalla procura di Milano, per riciclaggio su conti esteri, durante Mani pulite. Scappò con Raggio a Cuernavaca in Messico ma nel 1997 l’Italia ottenne l’estradizione e la contessa, dopo due mesi di arresti domiciliari, patteggiò una pena di meno di due anni, pagando una cauzione.
La morte
La contessa morì tragicamente a 58 anni, l’8 gennaio 2001, precipitando in mare dalla scogliera della sua villa a Portofino, venne prima trovato l’accappatoio che indossava quel giorno, poi il suo corpo sulle spiagge della Costa Azzurra, il 22 gennaio. Le indagini si concentrarono sulla pista del suicidio, dell’omicidio o dell’incidente.
La perizia psichiatrica postuma
Venne eseguita, sul corpo della contessa, una perizia psichiatrica postuma e dimostrò che la donna soffriva di un disturbo di regressione infantile, che le faceva cercare delle attenzioni nei momenti complicati della sua vita. Una patologia in seguito confermata anche da chi le stava accanto.
Cosa accadde quel drammatico giorno
Le persone più vicine alla contessa, avevano infatti spiegato che, la donna, quel tragico giorno, era stata trovata nascosta nell’armadio della camera rossa di Villa Altachiara, la stanza di Maurizio Raggio, con una bottiglia di whisky (vuota) accanto e una confezione di Stilnox. È stato inoltre detto che, Tirso l’aveva sollevata e accompagnata in bagno, dove aveva vomitato per poi chiudersi nella sua stanza e ricomparire più tardi, con indosso solo l’accappatoio bianco. I testimoni raccontano che la contessa era stata a lungo a fissare il vuoto oltre la finestra per poi dichiarare all’improvviso la sua intenzione di andare a farsi un bagno.
Dopo questo annuncio, Francesca Vacca Agusta, si era diretta verso la veranda, l’aveva attraversata e aveva scavalcato il muretto vicino al glicine, dove era scivolata nel vuoto, nel tentativo di accucciarsi e nascondersi nuovamente, in quella sorta di ‘gioco’ maledetto, del farsi continuamente cercare. La donna era finita su un terrapieno, il suo accappatoio si era lacerato tra i rami. Lei aveva tentato disperatamente di aggrapparsi a qualcosa senza riuscirvi, continuando quindi a cadere e battendo la nuca.
Quando la contessa finì in mare il suo cuore aveva già cessato di battere. Nei suoi polmoni non venne trovata acqua, a riprova del fatto che la morte non fosse avvenuta per annegamento, ma prima di arrivare in mare.
Il testamento, il movente
Il testamento fu motivo di grandi complicazioni per le indagini, poiché venne considerato un movente. Una pista che in seguito venne tuttavia abbandonata. La vicenda tornò alla ribalta nel 2001, quando la nuova moglie di Raggio, Rocio Zaldivar, dichiarò che la contessa aveva nascosto un tesoro di diamanti e smeraldi dal valore di sette milioni di euro. Tesoro che non venne mai ritrovato.
Villa Altachiara, luogo maledetto
Tutto ciò che riguarda la vicenda della contessa è fortemente connesso a Villa Altachiara, la magione ereditata dal conte Agusta. La residenza venne costruita verso la fine dell’800 fortemente voluta da George Carnarvon, colui che finanziò la spedizione di Howard Carter, l’archeologo egittologo che scoprì la tomba del faraone Tutankhamen, nella valle dei Re. Il conte studioso morì a Il Cairo, la nipote di Carnarvon precipitò a sua volta dalla scogliera, per questo motivo, su Villa Altachiara, aleggiano una serie di leggende, legate al suo essere un luogo maledetto. Il nome Villa Altachiara, è un omaggio, una sorta di citazione/traduzione, della residenza inglese della famiglia Carnarvon: Highclere Castle che ha fatto da set, negli ultimi anni, alla nota serie Dowton Abbey. La residenza è di mille metri quadrati, il parco oltre 30mila. Ha decine di stanze, alcuni dicono 30, altri addirittura 40. Una piscina, un prato sul mare e secondo quanto scritto da Valli, quando Agusta divenne il proprietario: «un eliporto voluto dal conte per poter ospitare al meglio il suo amico Bettino Craxi».
La morte della contessa nei salotti televisivi
La morte della contessa Vacca Agusta, è stato il primo caso di cronaca nera ad arrivare nei vari talk show, i cui personaggi hanno, nel tempo, alimentato una ricerca continua del colpevole, anche quando il caso venne poi, definitivamente archiviato. La contessa, in vita, aveva fatto parlare a lungo di sé. Con la sua morte, avvenne la stessa cosa. Si trattava di una figura troppo ‘ricca’ di sfumature e vicende intriganti, per poter essere facilmente abbandonata. Nei vari studi televisivi si alternarono così diverse figure che avevano fatto parte della vita della contessa, e non.
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La vicenda, con il tempo divenne sempre meno interessante, e venne sostituita da altri fatti di cronaca dal delitto di Novi Ligure, il 21 febbraio 2001, e poi da quello di Cogne, il 30 gennaio 2002.
Villa Altachiara oggi
Secondo quanto scritto nel 2015 sul Foglio, Raggio, che nel frattempo era diventato il proprietario della Villa, disse di averla venduta per venticinque milioni di euro a un russo con un nome «di quelli difficili, da russo», Masneri del Foglio, spiegò che si trattava di Eduard Khudaynatov, l’amministratore delegato della società petrolifera Rosneft.
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Altri invece scrissero che il nuovo proprietario fosse Andrej Melnichenko, il «79esimo uomo più ricco del mondo». Alla fine del 2020 invece, il sito dell’emittente ligure Primo Canale scrisse, senza avere conferme ufficiali che la villa «arrampicata su un picco che si tuffa in mare» e da mesi «fasciata dalle impalcature» era vicina a essere venduta al «braccio destro di Putin».