Mentre i Paesi membri continuano a fronteggiare senza sosta la quinta ondata di Covid-19, la Commissione Ue lancia le linee guida sulla comunicazione: “Al Buon Natale meglio preferire Buone Feste. Non tutti celebrano le feste cristiane, siate sensibili”.
Regno Unito, Spagna, Svezia, Danimarca, Portogallo, Paesi Bassi, Germania, Repubblica Ceca, Italia e Belgio hanno tutti segnalato casi del nuovo ceppo virale, la variante Omicron di Covid-19. I leader europei hanno introdotto uno dopo l’altro nuove restrizioni nel tentativo di tenere a bada la variante, con i mercatini di Natale vietati e i voli sospesi verso diversi paesi dell’Africa meridionale. E gli esperti hanno avvertito che la variante potrebbe essere una pericolosa minaccia anche per gli attuali vaccini, poiché la stessa Omicron ha circa 50 mutazioni. Dati alla mano, la Commissione Europea ha perciò ribadito l’importanza di non allentare la guardia proprio sotto le festività natalizie, da sempre sinonimo di adunate famigliari e feste tra amici. Ma, sempre contestualmente alle festività, la Commissione ha stilato un documento relativo alle “espressioni” che possono essere usate – o meno – dai credenti per non urtare la sensibilità di chi, invece, non ha fede cristiana.
Commissione Europea lancia una “Union of Equality”
“Ogni persona in Ue ha il diritto di essere trattato in maniera eguale” senza riferimenti di “genere, etnia, razza, religione, disabilità e orientamento sessuale”, si legge nel documento siglato a Bruxelles, dal titolo “Union of Equality“. In tal senso, per augurare un sereno periodo festivo, la parola “Natale” andrebbe sostituita con “festività” o “feste”. Bisogna infatti “evitare di dare per scontato che tutti siano cristiani. Non tutti celebrano le feste cristiane, e non tutti i cristiani le celebrano nelle stesse date”. Per questo, bisogna essere “sensibili al fatto che le persone posseggano diverse tradizioni religiose e calendari”. Oltre ai riferimenti “festivi”, la Commissione lancia però altri suggerimenti, indirizzati all’identità di genere e all’inclusione di tutti. “Non usare mai nomi di genere come “operai, poliziotto o pronomi maschili come un valore predefinito”, ed evitare tutti gli stereotipi basati su sesso, età ed etnia. Allo stesso modo, al “Signore e signori”, meglio preferire un “cari colleghi” o “cari presenti”.
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Dura la risposta della Lega. Simona Baldassarre, Europarlamentare e Responsabile del Dipartimento Famiglia della Lega, ha infatti dichiarato: “Dietro una comunicazione formalmente anti-discriminatoria e neutrale, si nasconde la violenza del pensiero unico, che l’Ue ha ormai sposato appieno. La volontà sempre quella di riscrivere l’idea di società, di famiglia, di natura, di vita. La tecnica è ormai nota: si cambiano le parole, si rovesciano i significati, si introduce una neo-lingua che cambia il modo di pensare dei cittadini. Siamo orgogliosi dei nostri valori e delle nostre tradizioni. Non ci faremo uniformare dall’Ue. Mi sono già attivata per presentare un’interrogazione alla Commissione Europea, perché quando si perde la battaglia delle parole, si perde la battaglia delle idee». E pure l’eurodeputato di Forza Italia, Antonio Tajani, ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea sulla questione delle «parole che ricordano il Natale”.
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Ma nel frattempo, mentre la Commissione Europea lancia un documento sul “galateo della comunicazione“, i Paesi membri dell’Unione fanno i conti con la quinta ondata di Covid-19. Con la diffusione della nuova variante, il capo dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus ha avvertito: “Molti di noi potrebbero pensare di aver finito con Covid. Ma non è così”. E infatti, l’Oms ha già avvertito che il bilancio delle vittime da coronavirus in Europa potrebbe salire di altri 700.000 entro la fine di questo inverno. La Germania è stata esortata ad entrare in isolamento fin da ora, dato il terribile aumento della curva epidemiologica, mentre in Olanda gli ospedali sono sotto estrema pressione – tanto che il Paese si sta preparando per uno scenario “Code Black”, con i medici che potrebbero essere costretti a scegliere chi salvare e chi, invece, lasciare morire. La Repubblica Ceca, dal canto suo, vieterà i mercatini di Natale e il consumo di alcolici al pubblico a partire da questo venerdì, nel tentativo di frenare la diffusione del virus alla luce dei continui record di nuove infezioni quotidiane.