Laura Ziliani, in manette due figlie e un compagno, ma l’omicidio resta un mistero. Gli esperti hanno chiesto del tempo ulteriore per consegnare la relazione con gli esiti degli esami: “Serve più tempo per l’autopsia”.
La conferma è arrivata tramite una ciste posta sotto il piede destro del cadavere Il corpo di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di 55 anni scomparsa lo scorso maggio, è stato ritrovato ad agosto, dopo mesi di ricerche senza sosta. Rinvenuto a Tenù, in provincia di Brescia, a confermare l’identità del cadavere una cista sul piede destro e gli orecchini riconosciuti dai parenti.
Nessun segno di violenza sul corpo, tanto che si era resa necessaria un’analisi degli organi interni per valutare l’ipotesi di avvelenamento. E proprio alla luce di quanto emerso dai test, le due figlie e il fidanzato della maggiore sono stati arrestati. Per le giovani donne l’accusa è di omicidio volontario, mentre per il ragazzo si parla di occultamento di cadavere. La versione dell’incidente in montagna non aveva mai convinto gli inquirenti: indagando perciò sul passato della famiglia, sono stati trovati vari indizi di colpevolezza (“litigi per soldi, insulti e sberle“). L’autopsia, inoltre, ha rivelato la presenza di “benzodiazepine” nel corpo della vittima.
La morte di Laura Ziliani rimane ancora un mistero
Ad oggi, però, la morte di Laura Ziliani resta ancora un mistero. Mentre si continua ad indagare su due delle figlie della donna, così come anche sul fidanzato di una di loro, pare che dalle analisi sul cadavere non si sia ancora stato possibile riuscire a capire come sia morta la donna. Secondo quanto viene riportato da Il Giorno, gli esperti incaricati dell’autopsia sulla salma hanno chiesto del tempo ulteriore per consegnare la relazione con gli esiti degli esami.
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I punti ancora oscuri e senza risposta riguardano sia le modalità dell’omicidio, il luogo della morte della donna, e il luogo in cui è stato nascosto il cadavere prima del ritrovamento. Gli inquirenti stanno escludendo la possibilità che l’ex vigilessa possa essere deceduta per affogamento, dato che i suoi polmoni sono liberi dall’acqua – sebbene in realtà il suo corpo è stato ritrovato proprio lungo le sponde del fiume Oglio. Ad essere esclusa, però, l’ipotesi che possa essere stata uccisa dai farmaci ingeriti trovati nel suo stomaco, dato che al dosaggio rilevato non sarebbero stati pericolosi per la sua vita.
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Rimangono però in carcere, accusati di omicidio e occultamento di cadavere Paola e Silvia Zani, e il fidanzato della maggiore, Mirto Milani – che pare avesse stretto una relazione anche con l’altra sorella. Per gli investigatori, sarebbero infatti loro i responsabili della morte di Laura, fatta sparire per presunti interessi economici legati a un considerevole patrimonio appartenente alla donna.