Qual è la chiave dell’immortalità? Custodire Dio nel nostro cuore, dove Dio è la carità, avendo cura di non spegnerla mai.
Non ci sia per noi altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo.
La parola della croce, per noi salvati, è potenza di Dio. (Cf. Gal 6,14; 1Cor 1,18)
Apparvero le dita di una mano d’uomo, che si misero a scrivere.
Dal libro del profeta Daniele
Dn 5,1-6.13-14.16-17.23-28
In quei giorni, il re Baldassàr imbandì un grande banchetto a mille dei suoi dignitari e insieme con loro si diede a bere vino. Quando Baldassàr ebbe molto bevuto, comandò che fossero portati i vasi d’oro e d’argento che Nabucodònosor, suo padre, aveva asportato dal tempio di Gerusalemme, perché vi bevessero il re e i suoi dignitari, le sue mogli e le sue concubine.
Furono quindi portati i vasi d’oro, che erano stati asportati dal tempio di Dio a Gerusalemme, e il re, i suoi dignitari, le sue mogli e le sue concubine li usarono per bere; mentre bevevano il vino, lodavano gli dèi d’oro, d’argento, di bronzo, di ferro, di legno e di pietra.
In quel momento apparvero le dita di una mano d’uomo, che si misero a scrivere sull’intonaco della parete del palazzo reale, di fronte al candelabro, e il re vide il palmo di quella mano che scriveva. Allora il re cambiò colore: spaventosi pensieri lo assalirono, le giunture dei suoi fianchi si allentarono, i suoi ginocchi battevano l’uno contro l’altro.
Fu allora introdotto Daniele alla presenza del re ed egli gli disse: «Sei tu Daniele, un deportato dei Giudei, che il re, mio padre, ha portato qui dalla Giudea? Ho inteso dire che tu possiedi lo spirito degli dèi santi e che si trova in te luce, intelligenza e sapienza straordinaria.
Ora, mi è stato detto che tu sei esperto nel dare spiegazioni e risolvere questioni difficili. Se quindi potrai leggermi questa scrittura e darmene la spiegazione, tu sarai vestito di porpora, porterai al collo una collana d’oro e sarai terzo nel governo del regno».
Daniele rispose al re: «Tieni pure i tuoi doni per te e da’ ad altri i tuoi regali: tuttavia io leggerò la scrittura al re e gliene darò la spiegazione.
Ti sei innalzato contro il Signore del cielo e sono stati portati davanti a te i vasi del suo tempio e in essi avete bevuto tu, i tuoi dignitari, le tue mogli, le tue concubine: tu hai reso lode agli dèi d’argento, d’oro, di bronzo, di ferro, di legno, di pietra, i quali non vedono, non odono e non comprendono, e non hai glorificato Dio, nelle cui mani è la tua vita e a cui appartengono tutte le tue vie. Da lui fu allora mandato il palmo di quella mano che ha tracciato quello scritto.
E questo è lo scritto tracciato: Mene, Tekel, Peres, e questa ne è l’interpretazione: Mene: Dio ha contato il tuo regno e gli ha posto fine; Tekel: tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato trovato insufficiente; Peres: il tuo regno è stato diviso e dato ai Medi e ai Persiani».
Parola di Dio.
R. A lui la lode e la gloria nei secoli.
Benedite, sole e luna, il Signore.
Benedite, stelle del cielo, il Signore. R.
Benedite, piogge e rugiade, il Signore.
Benedite, o venti tutti, il Signore. R.
Benedite, fuoco e calore, il Signore.
Benedite, freddo e caldo, il Signore. R.
Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 21,12-19
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Parola del Signore.
La perseveranza che ci indica Gesù non è quella che cerca di mantenere a tutti i costi i propri privilegi o i propri agi, ma è la perseveranza nel bene e nella fede.
Anche se questo sembrerà comportare delle difficoltà – Gesù parla senza mezzi termini di persecuzioni, in misura maggiore o minore e in maniera diretta o indiretta a seconda di quanto Dio ci richiede – questo sarà ciò che porterà realmente preservare la nostra vita per l’eternità.
Il commento al Vangelo di ieri:
Qual è la chiave dell’immortalità? Custodire Dio nel nostro cuore, dove Dio è la carità, avendo cura di non spegnerla mai. È lottare per essa, anche a costo di andare incontro a delle battaglie che, però, non saranno mai combattute a vuoto, perché chi ama non ha perso nulla, ma lo ha guadagnato per l’eternità. La fede è anche questo: è sempre preservare il bene che abita in noi, è non far raffreddare la fede, la speranza e la carità.
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