Costretta dal marito ad indossare il velo, il pm: «Fa parte della loro cultura»

La donna, 33enne marocchina, ha denunciato il marito per maltrattamenti e per averla costretta ad indossare il velo. La difesa ha fatto ricorso: «Sono fiducioso. Le donne straniere devono essere tutelate come le donne italiane a prescindere dalla religione del marito». 

Un pm di Perugia ha chiesto l’archiviazione del fascicolo a carico di un uomo di origine marocchine denunciato dalla moglie per averla costretta ad indossare il velo. «Il rapporto di coppia è stato influenzato da forti influenze religiose-culturali. – si legge nell’ordinanza – alla quale la donna non sembra avere la forza o la volontà di ribellarsi».

«Costretta ad indossare il velo»

La donna, 33enne e anche lei di origini marocchine, dall’Umbria – dove viveva con il marito e i due figli – si è trasferita a Napoli, ospite di una casa famiglia. «Da quando siamo arrivati in Italia,  mio marito mi ha imposto di indossare il velo» racconta la donna. E poi aggiunge: «Oltre a questo, quando usciva mi chiudeva in casa portando con sé le chiavi. Potevo uscire solo se mi sentivo male, per andare in ospedale». La 33enne denuncia di aver subito anche aggressioni fisiche: «È successo solo una volta: pretese alle 4:30 del mattino che io gli preparassi la colazione. Ero appena rientrata dall’ospedale dopo aver partorito mia figlia: non lo feci e mi diede uno schiaffo. Svenni». A questo si aggiunge anche il sequestro, da parte del marito, di tutti i documenti della moglie e dei suoi figli.

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L’archiviazione

Oltre a citare i motivi religiosi e culturali, nella richiesta di archiviazione del caso, si legge che dalle dichiarazioni fatte dalla vittima, lei «non sarebbe stata minacciata di morte né avrebbe subito aggressioni fisiche tali da richiedere cure sanitarie». E, in relazione al velo, il magistrato scrive: «La condotta di costringerla a tenere il velo integrale rientra – anche se non condivisibile in ottica occidentale – nel quadro culturale dei soggetti interessati». La difesa, però, non ci sta ed ha già presentato ricorso. «Sono molto fiducioso.  – afferma l’avvocato Giovanni De Falco – Le donne straniere devono avere gli stessi diritti e le stesse tutele di cui godono le donne italiane. Al di là delle convinzioni religiose dei loro mariti».

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