La ragazzina stava rientrando da scuola, bussò in casa ma nessuno le rispose. Allarmata chiamò la polizia e lo zio
Unica sopravvissuta alla strage della sua famiglia una ragazzina di soli 11 anni, è stata lei a trovare i corpi dei suoi familiari quando è rientrata da scuola, la terribile vicenda accaduta a Sassuolo ieri segnerà per sempre la sua vita. Erano circa le 14 quando, rientrando dalla scuola dove frequenta la prima media, aveva bussato a lungo senza avere risposta.
L’istituto si trova a circa un chilometro dalla sua casa dove viveva insieme alla madre Elisa Mulas, 43 anni, i fratellini Ismaele e Sami, due e cinque, la nonna Simonetta di 63 e il bisnonno di 97. “La mamma ci aveva autorizzato a farla rientrare da sola” ha raccontato al Corriere della serata la dirigente scolastica Giuliana Marchetti. A quel punto ha chiamato il 112 e lo zio materno, Enrico, che possedeva le chiavi.
L’uomo è entrato in casa insieme a due poliziotti che hanno assistito all’agghiacciante scena dei corpi in un lago di sangue: l’ex-compagno della madre, il 38enne Nabil Dahir, li aveva uccisi tutti a coltellate, mosso dalla gelosia verso quella donna che lo aveva lasciato, per poi suicidarsi. Salvo solo il bisnonno, chiuso in camera e incosciente dell’accaduto a causa della demenza senile.
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Ora la preoccupazione è per il futuro della ragazzina che ha perso tutti i familiari, eccezion fatta per lo zio. Anche lei sarebbe stata una vittima se quella mattina si fosse trovata in casa. Attualmente si trova in una struttura protetta, seguita dagli psicologi. Il Tribunale minorile di Bologna dovrà decidere del suo destino.
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La madre Elisa era stata più volte minacciata da Dhahri che non voleva la fine del loro rapporto. A un’amica aveva detto che l’aveva denunciato ma presso le forze dell’ordine non ci sono atti formali. “Temevo che potesse succederle qualcosa ma lei mi tranquillizzava: ‘Nabil non farebbe mai una cosa del genere’” racconta. Anche il padre della 11enne si era rivelato un uomo violento, primo compagno della madre, picchiandola mentre era ancora incinta. Elisa lo aveva poi denunciato, ma il procedimento per stalking finì in prescrizione. Agli psicologi, la ragazzina ha detto: “Di quella persona non voglio sapere nulla“.