Richard Gere sul salvataggio di Open Arms: “Ci dissero che salvarli era un reato”

Richard Gere parla del salvataggio di Open Arms al centro del processo a Salvini: «Ci dissero: salvarli è un reato. Non potevo crederci».

«Ero in Italia a far visita a un amico, quell’estate. Gli ho chiesto di spiegarmi la nuova legge sui migranti. Mi ha detto: “Diventerà reato salvare migranti in mare”. Gli risposi: “Non può essere, è uno scherzo”. Può diventare reato aiutare chi ha bisogno? Non potevo crederci, mi sembrava incredibile», queste le parole di Richard Gere in un’intervista esclusiva concessa al Guardian.

Richard Gere chiamato a testimoniare nel processo della Open Arms

Richard Gere ha rivelato che cosa lo portò sulla Open Arms, il 9 agosto 2019, e a intrecciare dunque la sua storia con quella di Matteo Salvini, allora ministro dell’Interno, ora a processo a Palermo per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. «Vedemmo quelle persone, più di cento, a bordo di quella nave. Ho provato vergogna: noi abbiamo così tanto e non siamo in grado di aiutare questi nostri fratelli, queste nostre sorelle, che erano affamati e traumatizzati. Se avessero detto loro che la nave sarebbe dovuta tornare in Libia, si sarebbero buttati in mare, a costo di annegare. Ho sentito la responsabilità di portare loro tutto il sollievo possibile».

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Richard Gere salì sulla nave insieme al figlio per distribuire i viveri: «La gran parte di loro non sapevano affatto chi fossi. Per loro ero un volontario. Abbiamo portato loro cibo e acqua, forse un senso di speranza, un aiuto per arrivare in un mondo in cui non essere torturati, in cui c’erano speranza e sogni. Ho chiesto loro chi fossero, da dove arrivassero. C’era una madre che era stata costretta a concedersi alle milizie per mettere in salvo le sue bimbe. E ora era lì, a 20 miglia dalla salvezza: e non poteva raggiungerla». Per agevolare la situazione, Gere chiamò «i miei contatti in Germania, il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, a cui chiesi di accogliere alcuni di quei migranti».

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La Open Arms rimase per quasi tre settimane in mare in attesa di un porto di sbarco, con 147 migranti a bordo. A causare lo stallo furono le norme introdotte dai decreti sicurezza, varati dal governo Conte I e strenuamente voluti dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Il processo è stato rinviato al 17 dicembre per l’esame dei primi tre testimoni della Procura. Non è chiaro quando Richard Gere sarà chiamato a testimoniare. Salvini rischia al massimo 15 anni di carcere.

Proprio sulla testimonianza di Gere, Salvini si era espresso in modo molto duro: «Ditemi voi quanto è serio un processo dove verrà da Hollywood a testimoniare sulla mia cattiveria Richard Gere», ha detto. «Mi spiace solo per due cose: per il tempo che tolgo ai miei figli e per i soldi che gli italiani spendono per questo processo politico». Gere è convinto che sarà chiamato a testimoniare in videoconferenza: «Dirò soltanto la verità, quello che ho visto. Dirò loro che sono lì per parlare a nome di persone che non hanno voce. Sono solo un testimone».

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