Sta dilagando una nuova truffa porta a porta: gli utenti accettano una tessera sconto e sono costretti a spendere tantissimi soldi.
Sta dilagando una nuova truffa porta a porta: le vittime vengono ammaliati dall’«imperdibile offerta» di poter fare «acquisti a prezzi stracciati presso un nuovo negozio in allestimento a Verona» grazie ad una tessera sconto, ma per colpa di una firma troppo affrettata si ritrovano costretti a spendere la «bellezza» di 7mila euro tondi tondi.
Anziché proporre invitanti sconti, infatti, i venditori a domicilio «furbetti» fanno sottoscrivere ai malcapitati di turno un obbligo di acquisto. L’associazione in prima linea nella tutela dei consumatori lancia l’allarme e dispensa consigli utili per non cadere nel tranello o uscirne con meno danni possibili. Le cifre non lasciano dubbi: «Ai nostri sportelli, in appena due giorni, ci sono pervenute almeno dieci segnalazioni, soprattutto dalla zona Ovest di Verona», rivela il presidente di Adiconsum Verona Davide Cecchinato.
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«Se questi sono i numeri dei casi di cui è giunta notizia alla nostra associazione, significa che il fenomeno è diffuso in proporzioni ancora maggiori e più preoccupanti», conclude Cecchinato. La dinamica della truffa è sempre la stessa: un incaricato della società specializzata nella vendita porta a porta si reca a casa del cittadino sottoponendogli la sottoscrizione di un modulo per il rilascio di una «tessera sconto». Il venditore fornisce informazioni parziali circa la natura del rapporto, specificando che la firma del documento non dà vita ad alcun tipo di impegno economico: il consumatore semplicemente accetta di visionare il catalogo pubblicitario della ditta.
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Dopo qualche mese, però, il malcapitato viene contattato da un altro agente che specifica come il modulo in questione sia un contratto vero e proprio finalizzato all’acquisto di merce per qualche migliaia di euro. Il consumatore può reagire «comunicando di non essere intenzionato ad effettuare gli acquisti ed esprimendo la volontà di restituire gli omaggi lasciati durante la prima visita. Tuttavia, se non si è accorti, il venditore insiste, e si viene indotti a sottoscrivere un nuovo contratto, a firmare un finanziamento e a consegnare qualche centinaia di euro a titolo di acconto», avverte il presidente di Adiconsum.
«Tutto ciò identifica una pratica commerciale scorretta, vietata del Codice del Consumo, che deve essere denunciata perché è fatto obbligo ai professionisti che vendono porta a porta di fornire al consumatore informazioni chiare e comprensibili sul contratto compresi l’esistenza delle norme sulla garanzia legale e una lettera tipo per esercitare il diritto di recesso. Il termine dei 14 giorni per far valere il diritto di ripensamento decorre dal momento in cui si riceve la merce a casa. La norma fa riferimento agli acquisti online, per telefono, per corrispondenza, a domicilio, per strada e nelle gite organizzate. Rimane a carico del consumatore l’obbligo di inviare la comunicazione di recesso e riconsegnare a proprie spese l’eventuale merce ricevuta».
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