Secondo le indagini l’azienda risparmia sulla manodopera tramite l’uso di cooperative, a vita breve e legalmente rappresentate da prestanome
“Esternalizzazione patologica della forza” e “dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti“, queste le accuse della Procura di Milano avanzate nei confronti di Gls, multinazionale operante nel settore della logistica con un fatturato di oltre 4 miliardi e mezzo di euro l’anno. Si legge in alcuni passaggi dell’indagine, pubblicata sul Corriere della sera, che gli illeciti si realizzavano “attraverso l’ausilio di diversi professionisti agevolatori, commercialisti e consulenti del lavoro, che curano le formalità contabili e dichiarative“. Tra gli uffici perquisiti dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Entrate c’è stato anche quello italiano dell’amministratore unico di Gls Italy e di Gls Enterprise, il tedesco Klaus Schaedle.
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“Chi viene danneggiato sono i lavoratori e l’Erario, mentre il gruppo GLS trae enormi vantaggi da questa situazione in quanto diminuisce i propri costi per il personale” si legge ancora sul Corriere. “L’utilizzo distorto e strumentale di cooperative a vita breve, legalmente rappresentate da prestanome, che dissimulano somministrazioni irregolari di manodopera a favore di committenti più o meno conniventi, massimizzando guadagni illeciti in virtù del mancato pagamento delle imposte dirette ed indirette, delle ritenute da lavoro dipendente e dei contributi previdenziali ed assicurativi”.
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Gls trasporta circa 840 milioni di pacchi per 250mila clienti in 41 Paesi, dove in 1.500 depositi il gruppo internazionale (nato in Germania, con testa in Olanda e controllo nel gruppo postale inglese Royal Mail) impiega 21.mila persone e utilizza 4mila Tir e 31mila furgoni.