Marco Bianchi, imputato insieme al fratello Gabriele, dell’omicidio del giovane Willy accusa Belleggia di aver colpito il ragazzo quando era a terra.
“Non ho colpito Willy al petto con un calcio, l’ho colpito al fianco sinistro e l’ho spinto. Lui è caduto ma si è subito rialzato. Io poi sono andato via dai giardinetti”, questo è quanto ha raccontato, davanti alla Corte di Assise del Tribunale di Frosinone, Marco Bianchi, accusato assieme al fratello Gabriele della morte di Willy Monteiro Duarte, il 21enne ucciso a Colleferro la notte tra il 5 e 6 settembre dello scorso anno durante un pestaggio.
Omicidio Willy: “Francesco Belleggia lo colpì in pieno viso mentre era a terra: deve pagare”
Secondo Marco Bianchi a non dire la verità è l’altro ragazzo imputato per la morte del giovane Willy Monteiro Duarte, Francesco Belleggia, il quale “dovrebbe assumersi le sue responsabilità”. “Siamo stati fatti passare per mostri, si parlava solo dei fratelli Bianchi. Qualsiasi cosa dicevamo venivamo attaccati”, ha detto davanti alla Corte di Assise del Tribunale di Frosinone Marco Bianchi.
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Marco Bianchi ha sempre sostenuto di non essersi accorto di aver colpito il giovane Willy Monteiro Duarte in maniera grave: “E’ morto un ragazzo ma se lo avessi colpito in modo grave non me ne sarei mai andato lasciandolo lì. Se avessi sbagliato non avrei problemi ad ammetterlo”.
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“La feccia di Colleferro ha parlato male di noi: è come se ognuno abbia voluto mettere qualcosa contro di noi; per questo tutti dicono che io ho colpito Willy perché influenzati dai media ma io colpii al petto Samuele Cenciarelli (amico di Willy) che andò a sbattere contro una auto e per questo chiedo scusa”, ha detto Gabriele Bianchi accusato assieme al fratello Marco ed altri della morte di Willy Monteiro Duarte.
“Ho visto Francesco Belleggia colpire come un vigliacco con un calcio in viso Willy mentre era a terra. Gli ha dato un calcio sul viso prendendo la rincorsa”, ha denunciato davanti alla Corte di Assise Gabriele Bianchi. “Io mi aspettavo che Belleggia si prendesse le sue responsabilità per quanto fatto. Io fin da subito volevo dire subito che la colpa era sua ma il mio avvocato mi disse di aspettare”, ha aggiunto l’imputato.
