Stanley Johnson, padre di Boris, è un uomo che nella vita ne ha combinate di ogni: ora, però, lo hanno accusato di molestie sessuali
Stanley Johnson, padre di Boris, primo ministro inglese, pare essere sempre stato un personaggio alquanto colorito, uno che nella vita ne ha combinate di ogni. Stavolta, però, lo hanno accusato di molestie sessuali, come riporta Il Corriere della Sera. Le accuse provengono da Caroline Nokes, deputata conservatrice, che ha detto ai microfoni di Sky News che nel 2003, durante un congresso del partito, Stanley Johnson le avrebbe toccato il lato B: «Mi ricordo che mi ha dato una pacca sul didietro più forte che poteva e mi ha detto “Oh, hai un magnifico sedere!”».
Non solo, perché dopo questo racconto, anche Ailbhe Rea, giornalista del New Statesman, ha rivelato di come il padre di Boris Johnson l’abbia afferrata al congresso del 2009:«Sono grata a Caroline Nokes per aver detto a voce alta qualcosa che nessuna di noi avrebbe dovuto sopportare, tantomeno dal padre del primo ministro», ha twittato. A queste accuse, Johnson senior ha ribattuto:«Non mi ricordo affatto di Caroline Nokes: ehi oh! buona fortuna e grazie!».
In realtà non ci si dovrebbe meravigliare più di tanto, se si conosce la particolare biografia dell’uomo. Stanley Johnson, funzionario per la Banca Mondiale prima a Washington e poi a Bruxelles per l’Ue, ha fatto girovagare i suoi familiari per il mondo. Tuttavia, quello che tutti osservavano era il numeroso giro di giovani ragazze alla pari, che l’uomo riusciva dapprima a convincere a girare nude per la casa con le scuse più disparate e particolari e se le portava a letto, sotto lo sguardo della moglie, la madre di Boris. La donna, dopo aver subìto anni di tradimenti fu vittima di un esaurimento nervoso e la ricoverarono in una clinica psichiatrica.
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Quel che ci si chiede è da chi Boris abbia preso la tendenza ad attorniarsi di amanti e fare figli in giro. I Johnson, comunque sono sempre stati molto uniti, vengo spesso visti insieme ad applaudire Boris ai vari congressi.
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Tuttavia, stavolta devono fare i conti con un forte imbarazzo: in merito all’accaduto, un portavoce di Downing Street non ha voluto commentare «accuse contro una persona privata».