Le ferite dell’anima | Il Vangelo di oggi Martedì 16 Novembre 2021

Quando ci abbraccia, Dio fascia le nostre ferite dell’anima: quelle ferite di sofferenza che Dio lenisce quando gli apriamo il cuore.

Le ferite dell'anima
Le ferite dell’anima | Il Vangelo di oggi Martedì 16 Novembre 2021 – meteoweek.com

Liturgia di oggi Martedì 16 Novembre 2021

  • MARTEDÌ DELLA XXXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

Dice il Signore:
«Io ho progetti di pace e non di sventura.
Voi mi invocherete e io vi esaudirò:
vi radunerò da tutte le nazioni dove vi ho disperso». (Cf. Ger 29,11-12.14)

Prima Lettura

Lascerò ai giovani un nobile esempio, perché sappiano affrontare la morte per le sante e venerande leggi.
Dal secondo libro dei Maccabèi
2Mac 6,18-31

In quei giorni, un tale Eleàzaro, uno degli scribi più stimati, uomo già avanti negli anni e molto dignitoso nell’aspetto della persona, veniva costretto ad aprire la bocca e a ingoiare carne suina. Ma egli, preferendo una morte gloriosa a una vita ignominiosa, s’incamminò volontariamente al supplizio, sputando il boccone e comportandosi come conviene a coloro che sono pronti ad allontanarsi da quanto non è lecito gustare per attaccamento alla vita.

Quelli che erano incaricati dell’illecito banchetto sacrificale, in nome della familiarità di antica data che avevano con quest’uomo, lo tirarono in disparte e lo pregarono di prendere la carne di cui era lecito cibarsi, preparata da lui stesso, e fingere di mangiare le carni sacrificate imposte dal re, perché, agendo a questo modo, sarebbe sfuggito alla morte e avrebbe trovato umanità in nome dell’antica amicizia che aveva con loro.

Ma egli, facendo un nobile ragionamento, degno della sua età e del prestigio della vecchiaia, della raggiunta veneranda canizie e della condotta irreprensibile tenuta fin da fanciullo, ma specialmente delle sante leggi stabilite da Dio, rispose subito dicendo che lo mandassero pure alla morte.

«Poiché – egli diceva – non è affatto degno della nostra età fingere, con il pericolo che molti giovani, pensando che a novant’anni Eleàzaro sia passato alle usanze straniere, a loro volta, per colpa della mia finzione, per una piccola e brevissima esistenza, si perdano per causa mia e io procuri così disonore e macchia alla mia vecchiaia.

Infatti, anche se ora mi sottraessi al castigo degli uomini, non potrei sfuggire, né da vivo né da morto, alle mani dell’Onnipotente. Perciò, abbandonando ora da forte questa vita, mi mostrerò degno della mia età e lascerò ai giovani un nobile esempio, perché sappiano affrontare la morte prontamente e nobilmente per le sante e venerande leggi».

Dette queste parole, si avviò prontamente al supplizio. Quelli che ve lo trascinavano, cambiarono la benevolenza di poco prima in avversione, ritenendo che le parole da lui pronunciate fossero una pazzia.
Mentre stava per morire sotto i colpi, disse tra i gemiti: «Il Signore, che possiede una santa scienza, sa bene che, potendo sfuggire alla morte, soffro nel corpo atroci dolori sotto i flagelli, ma nell’anima sopporto volentieri tutto questo per il timore di lui».
In tal modo egli morì, lasciando la sua morte come esempio di nobiltà e ricordo di virtù non solo ai giovani, ma anche alla grande maggioranza della nazione.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale – Dal Sal 3

R. Il Signore mi sostiene.

Signore, quanti sono i miei avversari!
Molti contro di me insorgono.
Molti dicono della mia vita:
«Per lui non c’è salvezza in Dio!». R.

Ma tu sei mio scudo, Signore,
sei la mia gloria e tieni alta la mia testa.
A gran voce grido al Signore
ed egli mi risponde dalla sua santa montagna. R.

Io mi corico, mi addormento e mi risveglio:
il Signore mi sostiene.
Non temo la folla numerosa
che intorno a me si è accampata. R.

Il Vangelo di oggi Martedì 16 Novembre 2021

Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19,1-10

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.

Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».

Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Parola del Signore.

Le ferite dell’anima | Il commento al Vangelo di oggi Martedì 16 Novembre 2021

Zaccheo, uomo ricco e pubblico peccatore, non si fa tirare indietro da cosa Dio “potrebbe pensare di lui”. Si avvicina con slancio a Gesù che è venuto apposta “a cercare e a salvare ciò che era perduto”. La salvezza, quel giorno, ha fatto breccia nel cuore di Zaccheo, salito su un albero di sicomoro per vedere meglio Gesù, perché ha fatto una cosa molto semplice: ha lasciato aperto uno spiraglio del suo cuore all’azione di Dio.

E, come quando un uomo vede la luce e inizia a corrergli incontro, così avviene per noi quando riconosciamo Dio in fondo a quel tunnel e lo accettiamo.


Il commento al Vangelo di ieri:


Sarà Egli poi ad abbracciarci. Dio non ci lascia nel nostro stato penoso, se noi abbiamo il coraggio di far fare al cuore quello slancio verso di lui con coraggio, amore e forza.

La stessa forza che ci infonde Dio quando ci abbraccia e fascia le nostre ferite dell’anima. Quelle ferite della disperazione, della desolazione interiore e della sofferenza che Dio lenisce una volta per tutte, quando avremo aperto il cuore alla sua chiamata.

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