Bambina rapita, violentata e uccisa dai cugini di 8 e 13 anni

Hanno ritrovato il corpo della bambina rapita in una grondaia pochi giorni dopo la denuncia del padre. L’uomo, un autista, ha fatto una denuncia al dipartimento di polizia quando sua figlia è scomparsa.

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L’omicidio ha avuto luogo nel villaggio di Bani Hamil, che si trova vicino alla città di Al-Balina nel sud dell’Egitto. Le indagini hanno rivelato che la bambina di due anni è stata vista viva per l’ultima volta con i suoi due cugini, secondo Al Arabiya. L’emittente riferisce che durante l’interrogatorio della polizia i due ragazzi hanno ammesso di aver ucciso la bambina dopo che “non sono riusciti ad aggredirla sessualmente”. Hanno anche ammesso che avevano paura di essere catturati, così hanno portato il suo piccolo corpo e l’hanno gettato in una grondaia.

Questa tragedia arriva dopo quella di due ragazzi di 11 anni arrestati dopo aver presumibilmente lapidato una bambina di sei anni il mese scorso. Anche in questa circostanza l’omicidio è avvenuto quando la bambina si è “rifiutata di copiare atti sessuali che avevano visto in film vietati ai minori”. La bambina, trovata incosciente davanti alla sua casa a Karibor, in India, veniva poi portata d’urgenza all’ospedale, ma non ha potuto essere salvata. La polizia ha poi confermato che hanno mandato i ragazzi in un centro di detenzione minorile locale per continuare la riabilitazione.

La pena di morte in Egitto e i problemi culturali dietro il caso della bambina rapita

 L’indagine al momento risulta ancora in corso. Non è chiaro quale destino attende i due giovani sospetti. Attualmente è proibito dalla legge egiziana usare la pena di morte contro i delinquenti minorenni. Secondo Amnesty International, però, dal 2013 si sono verificati casi di minori condannati a morte dai tribunali inferiori dell’Egitto.

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 Dal 2013, i tribunali di grado inferiore hanno condannato a morte tre persone per crimini che si sono verificati mentre avevano meno di 18 anni. Successivamente, in questi casi, i tribunali superiori hanno annullato i verdetti di primo grado. Un’indagine sugli studenti maschi e femmine dell’Università di Sohag in Egitto ha trovato una prevalenza complessiva di abusi sessuali su minori del 29,8%. Il tasso per le femmine era del 37,8%, superiore a quello dei maschi del 21,2%. Gli abbracci e i baci in un modo che ha disturbato la vittima sono stati il tipo di abuso sessuale infantile più riportato. Il 76,1% degli abusi non risulta rivelato o denunciato.

L’Egitto rimane uno dei paesi più comuni per il matrimonio forzato così come per il matrimonio infantile, insieme all’Arabia Saudita e allo Yemen. Una serie televisiva egiziana esemplificativa del problema è Burying Girls Alive, mostrata su uno dei canali satellitari durante il Ramadan. In questa serie si mostra un uomo anziano che compra semplicemente una ragazza adolescente approfittando della povertà.

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