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L’assassino di Chiara era in grado di intendere. Andrà a giudizio immediato

Grazie alla perizia psichiatrica, la Procura chiederà il giudizio immediato per il 16enne autore dell’omicidio di Chiara Gualzetti

La perizia psichiatrica sull’assassino di Chiara Gualzetti ha confermato che il giovane ha agito in piena consapevolezza di ciò che stava facendo quando ha ucciso la sua vittima a coltellate. L’analisi è stata richiesta dal pm della Procura dei minori Simone Purgato e ha stabilito quali siano le condizioni mentali del 16enne responsabile dell’omicidio.

La perizia è stata depositata dopo oltre quattro mesi di colloqui con lo psichiatra Mario Vittorangeli e sarà messa negli atti del processo, 120 pagine di relazione sulla mente del giovane accusato di omicidio premeditato e aggravato da futili motivi. Il ragazzo aveva parlato di un demone nella sua testa che gli era apparso in diverse occasioni chiedendogli ripetutamente di compiere un omicidio, una condizione che aveva portato la madre a metterlo in cura da uno psicologo.

Ma il consulente della Procura ha invece determinato la piena capacità d’intendere e volere del giovane al momento dell’assassinio e chiesto che sia mandato a processo immediato, escludendo che la presenza di profili psichiatrici, deliri e allucinazioni possano avere influito sulla volontà del 16enne di compiere il gesto.

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Già dai primi interrogatori il ragazzo era apparso in stato confusionale, delirando di essere stato portato all’0micidio dal demone Samael, un personaggio apparso in una serie televisiva prodotta da Netflix. Per il gip scriveva che il 16enne era una persona “fredda e senza scrupoli“, in grado di comprendere la gravità di quanto stava facendo.

Chiara provava un sentimento amoroso nei suoi confronti, hanno confermato i testimoni. Con questa scusa era stata attirata nel parco dell’Abbazia dicendole di volerle consegnare un regalo per poi colpirla alle spalle con due coltellate e finirla con altri due colpi all’addome. Infine il 16enne ha infierito sul suo corpo con percosse, calci e pugni. Il ragazzo ha poi cancellato le chat dal cellulare di Chiara, fatto sparire il telefono e cercato un alibi passando davanti alle telecamere della sua abitazione.

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Da cinque mesi ora il ragazzo si trova nel carcere minorile del Pratello a Bologna sotto stretto controllo e seguito da educatori e psicologi, per evitare che possa fare ancora del male a se stesso o agli altri. I genitori hanno di Chiara hanno fondato un’associazione per aiutare donne in difficoltà.

Davide La Cara

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