Femminicidio, dimezzata la pena, la motivazione: “Era realmente turbato dopo il delitto”

Il 2021 un anno che rimarrà noto per l’elevatissimo numero di femminicidi commessi, ora vede anche una sentenza, che potrebbe far piombare nello sconforto più di una persona: “Un uomo realmente turbato e sconvolto dall’azione compiuta”, che dette l’allarme e non tentò la fuga. È questa la motivazione della sentenza della corte d’appello di Firenze, che ha ridotto da 30 a 16 anni, per la concessione delle attenuanti, la pena per femminicidio a un 32enne.

Il delitto è stato commesso il 24 novembre 2018 in un ostello fiorentino dopo una lite tra l’uomo, del Myanmar, e la compagna, una 21enne cinese. “Occorre valorizzare il profilo psicologico del comportamento” dell’imputato nell’immediatezza del fatto, reazione che “vale molto più di tanti pentimenti e richieste di perdono sbandierate in udienza a distanza di giorni se non mesi”.

Cosa è accaduto

Secondo quanto rilevato dalla Corte d’assise d’appello il 32enne, dopo aver strangolato la compagna nel corso di una lite nella camera che occupavano nell’ostello, non tentò di scappare ma resosi conto di quanto fatto,si recò immediatamente alla reception per dare l’allarme. Una volta spiegato agli addetti dell’albergo cosa aveva fatto aveva atteso le forze dell’ordine seduto sulle scale, in lacrime.

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La corte ha invece respinto la richiesta della difesa di riconoscere la circostanza attenuante della provocazione, in base alla quale l’uomo avrebbe commesso il delitto in reazione a presunti continui soprusi che, si sottolinea ancora nella sentenza, troverebbero riscontro solo nelle affermazioni dello stesso imputato. L’avvocato Stefani, pur dicendosi soddisfatto per la diminuzione della pena, ha annunciato ricorso in Cassazione.

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