Le scuole erano rimaste chiuse 4/6settimane in più rispetto alla media mondiale e 39milioni di bambini non hanno potuto accedere online
In Medio Oriente e Nord Africa hanno riaperto le scuole in 18 Stati e la maggior parte sta attuando un metodo misto, che combina insegnamento e apprendimento dal vivo e in remoto. «La riapertura delle scuole è fondamentale, non solo per l’istruzione dei bambini, ma anche per il loro benessere. L’impatto della chiusura delle scuole sulla salute mentale dei bambini è stato enorme», ha detto Ted Chaiban, direttore regionale Unicef Medio Oriente e Nord Africa.
Le scuole sono rimaste chiuse dalle quattro alle sei settimane in più rispetto alle altre scuole nel mondo, come spiega l’Unicef. In questo periodo di chiusura, almeno 39 milioni di bambini non hanno potuto accedere allo studio online. La ragione è da ritrovare nella povertà digitale, ossia l’assenza o l’accesso sporadico a internet o non essere proprio dotati di dispositivi digitali in casa. In luoghi come Libia, Sudan, Siria e Yemen l’accesso a internet è sotto il 35%.
«Non è abbastanza riaprire semplicemente le porte delle aule. È tempo di rendere prioritario il ritorno all’apprendimento nella regione, non solo attraverso budget e finanziamenti dedicati, ma anche focalizzandosi sulle competenze utili per la vita e la riduzione della povertà digitale, anche espandendo la larghezza di banda di internet e rendendo i dispositivi e le attrezzature digitali maggiormente disponibili e accessibili per colmare il divario digitale», ha spiegato Chaiban.
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L’Unicef sta lavorando con i governi e altri partner per supportare docenti e scuole e riprendere l’insegnamento e riportare i bambini a scuola. L’intento è progettare programmi inclusivi.
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L’Unicef chiede anche di dare massima priorità nel vaccinare i docenti nelle campagne nazionali di vaccinazione. Secondo l’Unicef, la vaccinazione non dovrebbe costituire prerequisito per riaprire una scuola e quindi vanno adottare anche altre misure per garantire sicurezza negli istituti scolastici.