Non è una situazione semplice da gestire per l’Unione Europea: la Bielorussia continua a dirottare i migranti sui confini europei, me i respingimenti polacchi si palesano in tutta la loro crudeltà nonostante sia stato vietato ai giornalisti di documentare quanto sta avvenendo.
“La Bielorussia vuole causare un grave incidente, preferibilmente con spari e vittime. stanno preparando un’enorme provocazione vicino Kuznica Bialostocka, dove ci sarà un tentativo di attraversamento di massa del confine. Stanno preparando un’enorme provocazione vicino Kuznica Bialostocka, dove ci sarà un tentativo di attraversamento di massa del confine”.
Non ha dubbi il Ministro degli Esteri polacco Piotr Wawrzyk. Quanto sta accadendo al confine con la Bielorussia, è un chiaro tentativo di destabilizzare l’Unione Europea da parte di Lukashenko, utilizzando i migranti come “grimaldello”. La tensione a Kuznica è sempre più alta, con l’esecutivo polacco che ha comunicato come per il momento i soldati polacchi siano riusciti a respingere un primo “attacco” dei migranti. Ma mentre in Italia leghisti come Claudio Borghi plaudono a questa scelta, che di certo vanta delle valide ragioni da un punto di vista geopolitico, bisognerebbe anche chiedersi quanto sia giusto trattare queste persone al confine da invasori. Migranti che scappano dalle guerre del Medio Oriente e che adesso sono diventate, come sempre d’altronde, delle semplici pedine nello scacchiere internazionale. Non si è fatta scrupoli la Bielorussia a “deportarli” al confine, e non se ne sta facendo il governo di Varsavia a trattarli da nemici da respingere. Sembra inoltre che i militari polacchi nel corso di queste operazioni di respingimento abbiano fatto un ampio uso di lacrimogeni: la spiegazione ufficiale al momento è che sono stati usato contro i migranti che stavano tentato di aprire un varco al confine per entrare illegalmente nel paese.
La Russia supporta la Bielorussia sostenendo come la scelta di Lukashenko sia perfettamente legale
L’Ue ha attaccato apertamente Lukashenko, accusato di supportare queste flussi di migranti allo scopo di aprire una vera e propria crisi internazionale.Immediato il sostegno della Russia al premier bielorusso: secondo Putin infatti, la scelta di Lukashenko è legale e non può essere contestata in tal senso. La linea della Polonia resta in ogni caso improntata ad una fermezza su cui il vecchio continente dovrà riflettere. È stato infatti impedito l’ingresso al confine sia ai giornalisti, ma anche alle Ong che hanno chiesto di arrivare sul territorio per soccorrere i migranti in difficoltà. D’altronde il premier Mateusz Morawiecki è stato inequivocabile: “Il confine polacco non è solo una linea su una mappa. Il confine polacco è sacro, sangue polacco è stato versato per esso”.
Perchè la Bielorussia ha dato il via secondo molti a una strategia così aggressiva contro l’Unione Europea? Molti ritengono che sia una risposta diretta alle dure sanzioni che la Commissione Ue ha iniziato ad applicare dopo le vittorie presidenziali che hanno visto la vittoria di Lukashenko e la contestazione da parte della sua diretta avversaria politica, Svetlana Tikhanovskaya. Si tratta a onor del vero di una vicenda molto più controversa di quanto possa apparire inizialmente, in quanto, ad esempio, quest’ultima ha sempre accusato il premier di brogli elettorali senza però mai portare prove dirette a sostegno della sua tesi. La Polonia poi ha sempre appoggiato tutti i dissidenti bielorussi, e questo di sicuro ha aumentato la rabbia di Lukashenko. Poche settimane fa, il governo polacco ha deciso che il flusso migratorio “dirottato” al confine era ingestibile, optando così per i respingimenti, che però sono contrario sia al diritto europeo che alla stessa costituzione polacca. Non solo, perché insieme a questa misura è stato poi proclamato anche lo stato d’emergenza, impedendo così ai media di poter raccontare quanto sta realmente accadendo sul territorio.
Una crisi che arriva pochi giorni dopo l’approvazione del Parlamento polacco della costruzione di un muro a confine con la Bielorussia
Ci troviamo di fronte all’ennesima emergenza umanitaria, e lo si era compreso già il 19 Settembre, quando lungo il confine polacco vennero ritrovati quattro cadaveri. Migranti lasciati solo al morire al freddo di ipotermia. Per questo un mese dopo, a Varsavia oltre 3mila persone sono scese in piazza per chiedere al governo di interrompere i respingimenti al confine. L’ennesima per l’esecutivo conservatore che negli ultimi mesi ha visto una parte consistente del consenso elettorale erodersi.
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Evidente come in un contesto del genere, la costruzione del muro al confine della Bielorussia, approvato pochi giorni dal governo polacco, assume un significato ancora più forte. Il 29 Ottobre 2021 il parlamento polacco ha infatti dato l’autorizzazione definitiva: verrà realizzata una barriere lunga oltre cento metri che impedirà in modo definitivo l’accesso nella nazione.